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venerdì 26 giugno 2015

Pie ai mirtilli (torta di nonna Papera)

Ingredienti:
  • g. 500 di mirtilli
  • g. 200 di farina
  • g. 150 di  burro
  •  g. 100 di zucchero a velo 
  • 1 tuorlo 
  •  zucchero semolato
  •  limone
  •  sale
Preparazione:
Lavorate la farina con il burro, poi aggiungete 10 g di zucchero semolato, 
il tuorlo stemperato con 25 g di acqua e un pizzico di sale. 
Amalgamate bene l’impasto. 
Lavoratelo per qualche minuto strisciandolo, quasi spalmandolo, 
sul piano di lavoro e raccogliendolo di nuovo, in modo da renderlo più elastico. 
Modellatelo in un panetto, schiacciatelo un po’, 
copritelo e lasciatelo riposare in frigorifero per 30′.
Dividetelo a metà; 
stendetene una parte a uno spessore di 3 mm, 
lavorando su un piano infarinato e 
con esso foderate uno stampo leggermente svasato (ø 22 cm, h 5 cm), 
lasciandolo debordare.
Condite i mirtilli con 100 g di zucchero a velo e un cucchiaio di succo di limone, 
versateli nella torta in modo da creare una montagnetta al centro. 
Stendete la pasta rimasta e coprite la torta; sigillatela lungo il bordo pizzicandola, 
poi rifilatela con un coltellino. 
Ripiegate il bordo all’interno e schiacciatelo con una forchetta per sigillarlo e decorarlo.
Praticate delle piccole incisioni al centro, 
spolverizzate con zucchero a velo e infornate a 200 °C per 10′; 
abbassate a 180 °C e cuocete per altri 40′. 
Sfornate la torta e tagliatela solo quando si sarà completamente raffreddata.
Da: lacucinaitaliana.it

martedì 9 settembre 2014

Hasta la piadina, siempre

Di: Roberto Casadei 


HASTA LA PIADINA, SIEMPRE!
Quando che sento dire: "quella roba che fanno a Catolga (Cattolica), 
come si fa a chiamarla piadina!" o: 
"sarà mica piada quella roba che fanno a Ravenna?" 
mi vengono gli stremoli e la carne pulastreina: 
quindi ho deciso che è ora di analizzare il "FENOMENO PIADA/PIADINA"
La prima roba da dire è che PIADINA e PIADA possono essere sinonimi: 
il disciplinare li accomuna; ma se vogliamo proprio fare i precisetti diciamo 
che quella che fanno più alta e meno larga (quella di Forlì e di Faenza per capirci: 
larghezza 13-23 cm, spessore dai 4 agli 8 millimetri...) si chiama PIADINA e 
quella "Liscia come un foglio, e grande come la luna" 
raccontata da Pascoli si chiama PIADA 
(23-30 centimetri di diametro e e massimo 3 millimetri di spessore)
Qual'è la migliore?
Dipende da cosa ci vuoi fare:
1) Come fai a mettere lo squacquerone e la rucola in un dischetto di 
tredici centimetri di diametro? 
Ti sbrodoli tutti i singolari e la freschezza della rucola va a farsi benedire!
2) Come fai a mettere la salciccia in un lenzuolo da trenta centimetri? 
Ti si perde e per riempirla ci devi mettere tanta cipolla stufata 
da essere denunciato come arma chimica vagante!
3) Come fai a goderti un piatto di fagioli con le cotiche usando la PIADA 
che ha un coefficente di pucciabilità bassissimo, 
ti ci vuole la PIADINA che è più "SORTA"
Quindi, come tutto nella vita: DIPENDE!
Come si fa?
Come al solito è un prete a spiegarci per primo come andrebbero fatte le robe: 
il cardinal Legato Anglico de Grimoard, che nel 1371 dice che: 
"Si fa con farina di grano intrisa d'acqua e condita con sale. 
Si può impastare anche con il latte e condire con un po' di strutto".

Poi arriva il disciplinare che incazzato come un finanziere con le emorroidi sentenzia:
" La “Piadina Romagnola” o “Piada Romagnola” 
è un prodotto a base di farina di grano tenero 
con aggiunta di acqua, grassi, sale, ed alcuni ingredienti opzionali"
Poi arriva la Sgnoura Marisa che dice: 
"ah, guerda, senza una muliga di latte non può essere piada"
Poi arriva la Giovanna che dice: 
"Ah, io per farla buona, la piadina, un'idea di lievito di birra ce la metto!"
Poi arriva il chioschista che da vero Romagnolo dice: 
"la vera Piada la faccio solo io, ma non vi dico come la faccio!"
Insomma un gran casein. Io dico: come l'Amore è la Piadina: 
fregatevane di come lo fate e con chi, basta che lo facciate e che vi piaccia 
(e come l'Amore, anche la Piada ha tutto un'altro gusto se si fa in Romagna)!
* IL CASSONE
Volete fare i professoroni e dirmi che si chiama "cascione"? 
Io che sono più intignito di voi vi dico che si chiamerebbe CRESCIONE,
perchè in origine veniva fatto con l'erba "CRESCIONE" 
che cresceva nei fossi vicino alle strade: 
adess nei fossi crescono solo le bottiglie di plastica vuote, grazie civiltà!



Comunque il CASSONE (io lo chiamo così) è una piada che si è richiusa su se stessa, 

il crescione è stato sostituto dalla bietola e 

nella sua versione più sublime dalle rosole ubriacate dai miasmi dell'aglio fresco.
Poi il cassone è diventato rosso, con la mozzarella e il pomodoro, 
poi è andato all'estero a Ferrara e si è riempito di zucca, e poi...(ve lo dico dopo)
Cominciamo ad analizzare le farciture 
(ci metto nomi di fantasia per enfatizzare l'ambaradan):
* IO SONO LEGGENDA
PIADINA con sunsezza spaccata nel mezzo, pivaroni e zvolla stufati: 
è la piada regina delle sagre da affogare col Sangiovese, 
a Santarcangelo alla festa dei becchi vuole la Cagnina.
L'ho chiamata IO SONO LEGGENDA perchè oltre ad essere leggendaria, 
se ne mangi due ti viene una fiatella che ti trovi da solo in una 
città di otto milioni di abitanti.
* FRONTE DEL PORTO
PIADA con i sardoncini e cipolla fresca appena partorita dal ventre di madre terra. 
Veniva mangiata dai pescatori, qualche fighetto riccionese ha tolto la zvolla e 
ci ha messo la rucola e ha tolto le reste dai sardoni: BLASFEMIA! 
Vuole rigorosamente il Sangiovese.
* BESTEMMIA IN CHIESA:
PIADA con cotto e fontina: il nome dice tutto...
* LA PIS UN PO MA TOT
PIADA col parsutto senza niente altro. 
Attenzione, a voler essere precisi la PIADA snatura il parsutto cuocendolo e i 
grassi dell'impasto vanno in contrasto con i grassi naturali del parsutto: 
il PROSCIUTTO andrebbe DEGUSTATO con un pane sciapo, tipo il toscano. 
Ma noi Romagnoli il PARSUTTO non lo degustiamo: AL MAGNAM! Sangiovese, 
of course, ma perchè no una bella Moretti? 
Immaginatevi il manovale in pausa il dodici di luglio a
mezzogiorno con la sua bella birrina gelata e 
la sua piada col parsutto: altro che masterscef!
* RICCIONESA
PIADA, rigorosamente PIADA con squacquerone e rucola, perfetta al baretto al mare. 
Lo squacquerone però è infido ed ha un grado di sbrodolabilità fuori misura, 
metteteci lo stracchino o lo crescenza se non ve la sentite, io chiudo un occhio. 
Bianco, bello fresco o una weissebier.

* MISTICA
PIADA immensamente larga con crudo, mozzarella e rucola. 
IMMENSAMENTE BUONA. 
Sono convinto che il mondo sarebbe andato meglio se Nostrosignore 
quella sera avesse preso 
questa piada e dopo averla spezzata e data ai suoi discepoli avesse detto:
"Burdel,
e se per pasqua invece che sul calvario andassimo in Romagna a 
veder se c'è della gnocca?"

* NON PLUS ULTRA
PIADA col crudo e il gratè di pivaroni, o di pomodori o di melanzane; 
la prima che richiedo dopo un'astinenza forzata da piada, 
le industrie farmaceutiche la distillano per farne antidepressivi. 
Ci puoi bere dietro di tutto, io ci metto dietro una HB gelata.
*DUBBIOSA
Piada con quella crema di nocciole lì: 
mi vengono gli stremoli se penso a come la fanno quella crema lì, 
ma è buona, quindi: 
ZET E MAGNA! 
Un bicchiere di lattino caldo, una copertina, un film idiota alla tv, 
di fuori l'inverno e un'occhiata a fessbuk ogni tanto: WHAT ELSE? 
Naaaaa, SA VOT AD PIO DA LA VITA?

*COMPLETO
Vi avevo detto che vi avrei svelato anche l'ultima evoluzione del cassone: 
IL COMPLETO!
Patate, salciccia e mozzarella: 
una mappazza libidinosa da stendere i succhi gastrici di uno stegosauro, 
mezzo chilo di goduria che non passa dallo stomaco: 
si stabilisce direttamente nelle maniglie dell'amore 
prendendovi residenza per l'Eternità! 
Una vita non può dirsi vissuta se non lo avete mai provato...
Avete capito?

Ripeto: come l'Amore è la Piadina: fregatevane di come lo fate e con chi, 
basta che lo facciate e che vi piaccia 
(e come l'Amore, anche la Piada ha tutto un'altro gusto se si fa in Romagna)!


Pivaroni= peperoni
parsutto=prosciutto
zvolla=cipolla

martedì 24 giugno 2014

La Sulada

Cari ascoltatori eccoci ancora insieme per una nuova puntata dedicata alle ricette tipiche del nostro territorio. 

Oggi andiamo insieme in Appennino, tra le province di Modena e Reggio Emilia per incontrare un piatto antico e poco conosciuto, la Sulada. 
La Sulada che è una cugina del borlengo è una frittella semplicissima di farina e acqua che viene cotta in padella e si accompagna poi con formaggio o salume. 
Abbiamo trovato poi una interessante variante reggiana di questa ricetta che arricchisce l’impasto con uova e formaggio. In questo caso la Sulada si può mangiare anche da sola, proprio come un borlengo o farcita con il salume.
Ma vediamo le ricette. 
Partiamo da quella modenese che abbiamo preso da Savor, il bel volume di “Ricordi, ricette per tramandare la cultura delle rezdore modenesi”.
Gli ingredienti per una sulada sono:
10 cucchiai di farina ‘0'
una presa di sale
½ l d'acqua
olio di oliva per friggere

tempo di riposo 
30 minuti – 1 ora 

tempo di cottura 
qualche minuto per ogni frittella

Si mette in una terrina la farina con il sale. 
Quindi si amalgama piano-piano, aggiungendo acqua naturale e facendo attenzione che non si formino grumi. 
L'impasto deve avere la consistenza di una colla, molto densa. 
Va lasciata riposare da mezz'ora a un’ora.
Un tempo, per la cottura si usava la padella di rame messa sulla stufa in modo che la sulada cuoceva lentamente, nello strutto e la preparazione diventava più croccante. Ma oggi in pochi dispongono di una cucina economica e di una pentola di rame per cui si può usare anche la padella antiaderente e cuocere sul fornello a gas, aumentando la quantità di olio e stando attenti che non bruci. 
Si comincia scaldando l'olio d'oliva nella padella. 
Quando ha raggiunto la temperatura necessaria, 
si versa un mestolo di impasto e si stende. 
Quando è cotto, con l'ausilio di una paletta si gira sull'altro lato e si prosegue la cottura. Quindi si raccoglie con un mestolo forato e si mette sulla carta assorbente che assorba l’olio in eccesso. 
La sulada è pronta: come dicevamo si può mangiare cosí o farcita con salume o pecorino. Un tempo la si consumava a pranzo, al posto della pasta asciutta, e quando non c'era il pane, poteva sostituirlo.
Vi diamo ora una variante della Sulada, della zona di Civago, nell’Appennino reggiano.
Le dosi in questo caso sono per 6 persone:
330 gr farina
100 gr pecorino grattugiato
1 uovo
sale e pepe
Preparazione
Impastare farina, formaggio grattugiato, sale, pepe e uova aggiungendo acqua finché non si ottiene un impasto cremoso da cuocere sulla piastra o friggere in una padella con un po’ d’olio. 
Vi lasciamo con questo gustoso, semplicissimo e antichissimo piatto, 
un saluto da Marina Leonardi. 
Da: RadioEmiliaRomagna.it

martedì 31 dicembre 2013

Minestra maritata con cavoli e cotiche

Ingredienti per 4 persone:

  • g. 300 di salsiccia
  • 1 costa di sedano
  • g. 600 di scarola (indivia) riccia
  • g. 600 di puntine di maiale
  • 1 cipolla
  • g. 500 di insalata cicoria
  • g. 450 di cotiche di suino
  • g. 500 di piedino di maiale
  • 1 carota
  • g. 600 di cavolo nero
  • g. 500 di bietola da costa
  • sale
  • pepe parmigiano grattugiato
  • olio e.v.o.

Preparazione:
Tagliate il sedano, la cipolla e la carota, 
metteteli in una pentola piena d'acqua e 
fateli cuocere per qualche minuto a fiamma bassa.
Pulite e tagliate a pezzetti le cotiche, la salsiccia e le puntine, dividete a metà il piedino.
Aggiungete la carne alle verdure, salate e pepate, fate cuocere 3 ore.
Nel frattempo lavate la bietola coste, la scarola riccia, 
il cavolo nero e la cicoria, e tagliatela.
Quando la carne sarà ben cotta, spegnete il fuoco, 
toglietela dalla pentola e filtratene il brodo.
Coprite il brodo con la pellicola e fatelo raffreddare in frigorifero per 15 minuti.
Nel frattempo pulite la carne cotta, 
eliminando le ossa e tagliandola in pezzi più piccoli.
Appena il brodo sarà freddo, eliminate il grasso in superficie e rimettete sul fuoco.
Aggiungete le verdure e fate cuocere per 30 minuti.
Aggiungete la carne e lasciate riposare la ''minestra maritata'' per altri 30 minuti.
Servite la minestra, ancora tiepida, 
accompagnandola con un filo d'olio e.v.o. a crudo e 
una spolverata di parmigiano grattugiato.

Di: Carmela Abbate
Ristorante: Zi Teresa
(Campania)

lunedì 4 novembre 2013

Torta di noci bassa

Ingredienti:

  • g. 140 di noci sgusciate
  • g. 140 di zucchero a velo
  • g. 140 di cioccolata in polvere op. grattugiata
  • g. 20 di cedro candito
  • 4 uova
  • un pizzico di zucchero vanigliato

Preparazione:
Tritate finemente le noci insieme allo zucchero.
Versate il composto ottenuto in un contenitore coi bordi alti 
per aggiungervi la cioccolata,
l'odore di vaniglia, poi i tuorli e le chiare montate a neve, 
per ultimo il cedro candito tritato finissimo.
Versate il composto ottenuto in una teglia adeguata 
(il dolce non deve essere più alto di due dita), 
imburrata e cosparsa di pane grattugiato.
Cuocere in forno a calore moderato 160°/170°.

giovedì 31 ottobre 2013

Tagliatelle al ragù (Verdi)

Dosi per 15 persone:
Per la pasta

  • 15 uova
  • 1,5 kg di farina
  • g. 500  di spinaci lessati
Per il ragù
  • ½ kg di pancetta macinata grossolanamente
  • ½ kg di polpa magra di suino macinata grossolanamente
  • ½ kg di polpa di manzo scelta macinata grossolanamente
  • 2 cipolle
  • 2 carote
  • 2 coste di sedano verde
  • g. 250  di burro
  • ½ l di latte
  • g. 250  di buona passata di pomodoro
  • 1 cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro
Preparazione:
Per la pasta: disporre sulla spianatoia la farina a fontana e 
versare al centro le uova e gli spinaci, precedentemente lessati e frullati finemente. 
Amalgamare fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Coprire e lasciare riposare per circa 30 minuti. 
Tirare la sfoglia con il mattarello fino a raggiungere uno spessore non troppo fine. 
Lasciare asciugare la sfoglia sul piano di lavoro 
quindi arrotolarla ben stretta su se stessa e con un coltello affilato tagliarla a strisce. 
Aprire con le mani le tagliatelle e lasciare asciugare nuovamente sul tagliere di legno.
Per il ragù: 
preparare un trito di cipolla, carote e sedano e soffriggere con il burro. 
Aggiungere nell’ordine: pancetta, maiale e manzo. 
Mescolare e lasciare rosolare la carne almeno mezz’ora, 
aggiungere quindi il latte e cuocere a fuoco medio per un’altra mezz’ora. 
Unire il pomodoro e il concentrato e continuare a 
cuocere a fuoco medio per 1 ora e ½, aggiustando di sale e pepe.
Cuocere le tagliatelle in abbondante acqua salata. 
Scolare e condire con il ragù.
Del: Ristorante ''Tubino'' (S.Pietro in Casale Bologna)
Da: Tipicoatavola.it
(Emilia/Romagna)

martedì 29 ottobre 2013

Farinata di Chiavari

Ingredienti in proporzione:

  • kg. 1,800 di farina di ceci
  • g. 20 di sale
  • litri 7 di acqua
  • g. 300 di (farinata cruda del giorno prima ''pasta madre'')
  • litri 0,600 di olio

Preparazione:
Mescolare la farina col sale, unirvi poco per volta l'acqua, sempre mescolando.
Unirvi la farinata (pasta madre), mescolare molto bene e lasciare riposare per 30 minuti.
Togliere g. 300 per la farinata per il giorno seguente.

Versare l. 0,300 di olio in una teglia rotonda di rame di cm. 82 di diametro, 
versarvi la metà del composto.
Amalgamare il composto versato con l'olio.
Cuocere in forno caldo (la quantità è per un forno da fornaio o da pizzeria).
Quando è cotta tagliarla e servirla.

*Procedere allo stesso modo, partendo dall'olio nella teglia.
(Liguria)

Anolini di magro in brodo di cappone

Dosi per 4 persone:
Per la sfoglia

  • g. 400  di farina
  • 4 uova

Per il ripieno

  • g. 200  di pangrattato
  • 1 uovo
  • 1 pizzico di noce moscata
  • g. 400 di Parmigiano 30 mesi

Per il brodo di cappone 

  • g. 500 g di paletta o “cappello del prete” di manzo 
  • ¼ di cappone
  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • 1 cipolla
  • sale q.b.
  • 1 osso di manzo

Preparazione:
Per il ripieno: scottare il pane con il brodo di carne e aggiungere la noce moscata, 
l’uovo intero e il Parmigiano. 
Amalgamare il composto.
Per la pasta: stendere la farina sul tagliere a forma di fontana e 
al centro rompervi le uova. 
Impastare fino ad ottenere un composto uniforme. 
Tirare la sfoglia sottile. 
Posizionare una piccola quantità di ripieno lungo la sfoglia, a intervalli regolari, 
poi chiudere la sfoglia su se stessa. 
Con lo stampino apposito ricavare gli anolini.
Per il brodo di cappone: cuocere le carni in acqua calda con le verdure per 3 ore almeno. 
Schiumare al bollore.
Cuocere nel brodo gli anolini e servirli ben caldi.
Vini d'accompagnamento:
Colli di Parma DOC Lambrusco

Della: Trattoria La Maestà (Ronco Campo Canneto/Trecasali Parma)
Da: Tipicoatavola
(Emilia/Romagna)

lunedì 28 ottobre 2013

Gramigna di pasta fresca con ragù di salsiccia

Dosi per 4 persone:

  • g. 350  di gramigna fresca all’uovo
  • g. 500  di salsiccia fresca
  • g. 100  di coppa di maiale fresca
  • g. 100  di trito di verdure per soffritto (misto di cipolla, sedano, carota)
  • 2 cucchiai grandi di concentrato di pomodoro
  • g. 100 di olio di oliva

Preparazione:
Per il ragù di salsiccia: in un tegame far soffriggere il trito di verdure per soffritto, 
con olio di oliva, e farlo appassire. 
Aggiungere la coppa fresca macinata e far cuocere per 10 minuti, 
poi aggiungere la salsiccia precedentemente sbriciolata a mano e 
far cuocere ancora per 20 minuti. 
Aggiungere il concentrato di pomodoro diluito in un bicchiere di acqua calda. 
Far cuocere il tutto per circa 2 ore a fuoco lento.
Mettere sul fuoco una pentola capiente di acqua salata e 
al bollore gettarvi la gramigna fresca. 
Farla bollire per circa 5-10 minuti, scolare e condire con il ragù di salsiccia. 
Servire calda.

Vini d'accompagnamento:
Colli Bolognesi DOC Barbera


Di: Ristorante Nuova Roma (Tignano Roma/Sasso Marconi Bologna)
Da: Tipicoatavola.it

(Emilia/Romagna)

domenica 27 ottobre 2013

Pasticcio di maccheroni alla ferrarese

Dosi per 6 persone:
Per la pasta frolla

  • g. 500  di farina bianca
  • g. 300 di zucchero
  • g. 250 di burro
  • 5 tuorli d’ uovo
  • la scorza di 1 limone
  • sale q.b.
  • 1 tuorlo
  • g. 300  di maccheroncini rigati
  • g. 30  di funghi secchi

Per il ragù

  • olio di oliva q.b.
  • g. 150  di polpa di vitello macinata
  • g. 150  di carne di maiale macinata
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 1 noce di burro
  • brodo di carne q.b.

Per la besciamella

  • g. 25  di burro
  • 2 cucchiai di farina
  • ½ litro di latte
Preparazione:
Per la pasta frolla: sul tagliere impastare velocemente farina, tuorli, 
burro (ammorbidito a pezzi), zucchero, scorza di limone e un bel pizzico di sale. 
Creare una palla e lasciare riposare avvolta in una pellicola per ½ ora. 
Stendere l’impasto con il matterello e ricavare due dischi del diametro 
di una teglia rotonda, uno più largo dell’altro. 
In acqua salata bollire i maccheroncini al dente. 
Far rinvenire i funghi secchi in acqua, 
colarli e filtrare la loro acqua dove farli bollire per 20-30 minuti con un pizzico di sale.
Per il ragù: rosolare in olio un trito di verdure e le carni macinate, 
aggiungere un bicchiere di vino bianco secco e lasciarlo evaporare. 
Aggiungere una noce di burro e 1-2 bicchieri di brodo. 
Cuocere coperchiato a fuoco basso per 2-3 ore.
Per la besciamella: sciogliere in tegame il burro e aggiungere la farina mescolando sempre sul fuoco. 
Salare poco e sobbollire per 5 minuti mescolando. 
Aggiungere ½ litro di latte tiepido e continuare a mescolare sul fuoco, 
evitando la formazione di grumi, ancora 5 minuti.
In un recipiente unire besciamella e ragù, poi i maccheroncini, i funghi e mescolare.
 Imburrare una teglia tonda e disporvi sul fondo un disco di pasta sfoglia. 
Sopra versare gli ingredienti mescolati, più abbondanti al centro e chiudere con il disco più grande di pasta creando una cupola. 
Con un coltello tagliare la pasta in eccesso intorno al disco e 
ricavare da questa una striscia lunga per saldare i dischi. 
Dorare il pasticcio con tuorlo d’uovo sbattuto spalmandolo 
sulla superficie di pasta sfoglia. 
Cuocere 20-30 minuti in forno a 180° C.
Vini d'accompagnamento:
Bosco Eliceo DOC Fortana
Di: ''Da Noemi'' (Ferrara)
Da: Tipicoatavola.it

(Emilia/Romagna)

Cappellacci di zucca al ragù ''Da Noemi''

Dosi per 6 persone:
Per il ripieno


  • kg. 1,5  di zucca gialla
  • g. 200  di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 1 pizzico di noce moscata
  • sale q.b.

Per la pasta

  • g. 500  di farina
  • 5 uova

Per il ragù

  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • 1 cipolla
  • g. 150 di polpa di vitello macinata
  • g. 150 di carne di maiale macinata
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • sale e pepe q.b.
  • salsa di pomodoro q.b.
  • 1 fetta di pancetta tritata
  • 1 noce di burro


Preparazione:
Per il ripieno: pulire la zucca, tagliarla a pezzi e cuocerla in forno. 
Una volta cotta passarla al setaccio e amalgamarla con il Parmigiano Reggiano e 
la noce moscata. Aggiungere un pizzico di sale.
Per la pasta: stendere la farina sul tagliere a 
forma di fontana e al centro rompervi le uova. 
Impastare fino ad ottenere un composto uniforme. 
Tirare la sfoglia e tagliarla in quadrati di circa 6-7 cm di lato, 
al centro di ciascuno mettere, con l' aiuto di un cucchiaio, un po' di ripieno. 
Ripiegare la sfoglia e chiuderla sui bordi premendo con le dita.
Per il ragù: in un tegame soffriggere la pancetta con il burro e il trito di verdure 
per poco tempo. 
Poi aggiungere le carni macinate e mescolare. 
Soffriggere leggermente e unire il vino, salare e pepare. 
Quando il vino è evaporato aggiungere la passata di pomodoro e il bicchiere d' acqua. Continuare la cottura a fiamma bassa e coprendo il tegame per almeno 3 ore.
Cuocere i cappellacci in abbondante acqua salata, scolarli e condirli con il ragù.
Vini d'accompagnamento:
Bosco Eliceo DOC Fortana
Di: ''Da Noemi'' (Ferrara)
Da: Tipicoatavola.it


(Emilia/Romagna)

giovedì 3 ottobre 2013

Zuppa di ceci e farro antica ricetta

Dosi per 4 persone

  •  g. 300  di ceci secchi
  •  g. 300  di farro perlato
  • 1 cipolla bianca
  • ½ litro di brodo vegetale
  • 3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva DOP
  • sale, pepe

Preparazione:
Mettere i ceci in ammollo in abbondante acqua per una notte. 

Lessarli e passarli a settaccio per separarli dall’acqua di cottura. 
In una padella, con olio d’oliva extra vergine, 
appassire la cipolla tritata finemente e unire il farro, i ceci e il brodo vegetale. 
Cuocere per circa 40 minuti aggiustando di sale e pepe. 
Servire la minestra calda, condita con  un filo di buon olio extravergined’oliva . 

Di: Il Chiosco di Bacco 
(Torriana Rimini)
Da: Tipicoatavola.it
(Emilia/Romagna)

martedì 1 ottobre 2013

Tagliatelle della nonna (al ragù)



Dosi per 6 persone: 
Per la pasta

  •  g. 500  di farina
  • 6 uova
Per il ragù

  •  g. 500  di carne  di manzo macinata
  • 1 salsiccia
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano
  •  g. 200 di concentrato di pomodoro
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • sale e pepe q.b.
Preparazione:
Per la sfoglia
Impastare su una spianatoia di legno farina e uova. 
Lasciare riposare l’impasto per circa 30 minuti. 
Tirare la sfoglia con il mattarello. 
Lasciare asciugare per 60 minuti. 
Arrotolare la sfoglia su sé stessa e tagliarla con il coltello in strisce.
Per il ragù
Tritare sedano, carota e cipolla e farli rosolare per 10 minuti circa.
Aggiungere manzo e salsiccia sbriciolata e lasciare rosolare per circa 10 minuti.
Aggiungere il concentrato di pomodoro, sale e pepe e acqua quanto basta. 
Far cuocere il ragù a fuoco lento per circa 5-6 ore. 


Di: Hotel Ristorante ''Rosa Bianca'' da Moreno (Dovadola Forlì/Cesena)
Da: Tipicoatavola.it
(Emilia/Romagna)