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venerdì 23 agosto 2019

Marinate

Marinata alla birra
Miscelate ml. 140 di olio di semi con 1 cucchiaino di senape,
ml. 140 di birra, 70 ml. di succo di limone, ml. 70 di aceto

balsamico, 1 spicchio di aglio tritato e le foglie di un rametto di timo.
Per insaporire costine e braciole.
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Marinata dei Caraibi
Per alette di pollo.
mescolate ml. 200 di olio di oliva con 100 ml. di Rum, 100 ml. di succo di lime, 1 cucchiaio di salsa burger o barbecue e 1 di prezzemolo tritato.

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Rub Provenzale
Spalmate i tagli di manzo o maiale con 2 cucchi di senape di Digione mescolati con 1 cucchiaio cadauno di maggiorana, timo, salvia tritati e 1/2 cucchiaio di origano fresco e 1/2 di paprika  dolce.

lunedì 2 luglio 2018

Variazioni gusti per maionese

Dopo aver fatto la maionese:

http://esmeralda-rosa.blogspot.com/2018/06/maionese-veloce-col-mixer.html

per variarne il gusto, potete aggiungere:

1) una manciata di prezzemolo e una decina di capperi, tritati finemente

2) un cucchiaio Ketchup e uno di salsa Worchester

3) una manciata di foglioline di menta tritate

4) g. 40 di mandorle tritate finemente (in questo caso sostituite il succo di limone con un bicchierino di vermout dolce)

venerdì 11 maggio 2018

Sciroppo di sambuco


Primo metodo

15 fiori - 3 kg zucchero - 2 limoni - 60 g acido citrico - 2 l acqua
Lasciar marinare per due ore e mezza i fiori nell'acqua con i limoni tagliati a metà. Togliere i fiori ed i limoni, aggiungere lo zucchero e l'acido citrico e mescolare il tutto molte volte, finchè lo zucchero si sia del tutto sciolto.
Lasciare riposare ancora per circa 24 ore e quindi strizzare tutto il contenuto, dopodichè lo sciroppo è pronto per essere imbottigliato e conservato in frigorifero.

Secondo metodo

10 fiori - 3 kg zucchero - 6 limoni - 50 g acido citrico - vino bianco - 2 l acqua
Far bollire l'acqua con lo zucchero, quindi lasciare raffreddare. Aggiungere 10 fiori di sambuco, 6 o più limoni sbucciati, 1 bicchiere di vino bianco e 50 g di acido citrico e mescolare bene il tutto. Lasciare riposare al sole per 6 giorni, mescolando ogni tanto. Alla fine strizzare i limoni, passare il liquido ed imbottigliare il succo.

Terzo metodo

25 fiori - 3 kg zucchero - 9 limoni - aceto di mele - 3 l acqua
Far bollire l'acqua e lasciare raffreddare. Aggiungere 3 bicchieri di aceto di mele e zucchero mescolando bene in modo che lo zucchero si sciolga. Aggiungere i fiori di sambuco ben puliti ed i limoni tagliuzzati. Lasciare riposare al sole per 3 giorni, mescolando ogni tanto. Alla fine, strizzare il tutto, mescolare e cuocere il succo per qualche minuto e prima di imbottigliare.

Quarto metodo

15 fiori - 1,5 kg zucchero - 4 limoni - 1,5 l acqua - 60 g acido citrico
Lasciar macerare in un contenitore per 3 giorni al sole 15 fiori di sambuco con 4 limoni ed 1,5 litri d'acqua. Mescolare ogni tanto il tutto. Al terzo giorno strizzare e togliere il contenuto, aggiungere l'acido citrico e lo zucchero e mescolare fino a che lo zucchero sia sciolto. Portare ad ebollizione in una pentola lo sciroppo ed imbottigliare. Come alternativa si può riscaldare l'acqua con lo zucchero e l'acido citrico e mescolare fino a che siano sciolti, quindi aggiungere i limoni ed i fiori di samburco lasciandoli al sole per 3 giorni.
Da: Bolzano.net

venerdì 20 aprile 2018

Carpaccio di Piovra (polpo) Taràssaco e Borragine


kg. 2  Piovra
g. 250  Crescione
g. 150  Tarassaco
2  fogli di gelatina alimentare
1  Cipolla
1 Gambo di sedano
1 Carota
Grana
Senape
Limone
Pepe nero in grani
Olio extravergine d'oliva
Sale
Immergete la piovra in una pentola nell’acqua fredda (deve essere coperta almeno da 3 dita di acqua); unite un cucchiaio di grani di pepe, la carota, la cipolla, il sedano, portate sul fuoco e cuocete da quando inizia a bollire per 1 ora schiumando ogni tanto. Alla fine, spegnete, fate riposare la piovra per 10′ nell’acqua, scolatela, togliete un po’ della pelle che la ricopre, staccate il sacco e tagliatelo a strisce e separate i tentacoli.
Disponete sul piano di lavoro 2 fogli di pellicola, lunghi almeno 50 cm e leggermente sovrapposti, spolverizzateli di sale e stendetevi sopra i tentacoli e le strisce cercando di formare un grosso filone; salatelo, pepatelo e ricopritelo con 2 fogli di gelatina ammollati e strizzati; durante l’operazione cercate di mantenerli ben stesi, senza stropicciarli, per poterli fare bene aderire.
Arrotolate il filone nella pellicola, stringendo bene e dando la forma di un salame. Forate qua e là la pellicola con la punta del coltello, strizzate leggermente per fare uscire un po’ di liquido; ripetete questa fasciatura per 4 volte, sempre forando la pellicola e strizzando il salame. Infine avvolgetelo con un quinto strato di pellicola senza forarlo, mettetelo in frigo per 8 ore e poi in freezer per 1 ora.
Alla fine liberate il salame di piovra dalla pellicola e affettatelo finemente; l’ideale sarebbe usare l’affettatrice. Mondate il crescione e il tarassaco. Emulsionate 1 cucchiaio di succo di limone con 4 di olio, un cucchiaino da caffè di senape e un pizzico di sale (vinaigrette).
Distribuite il carpaccio di piovra su un piatto da portata, completate con scaglie di grana e foglioline di tarassaco e crescione e condite con la vinaigrette. 
Condite il resto delle erbe e servitele in ciotole a parte.
Da: La cucina Italiana


l taràssaco comune, Taraxacum officinale, è una pianta molto diffusa, comunemente conosciuta come dente di leone, dente di cane, soffione, cicoria selvatica, pisciacane.
E’ ottimo sia crudo che cotto, le foglie vanno raccolte quando sono ancora piccole e tenere perché tendono a diventare amare.
I fiori sono ottimi per fare le confetture e per realizzare lo sciroppo di tarassaco che è molto simile al miele, inoltre i boccioli sott’aceto o sotto sale assomigliano ai capperi, insomma una pianta di cui non si butta niente!

giovedì 19 aprile 2018

Portulaca sott'aceto


 Ingredienti
  • 2-3 tazze di foglie e steli di portulaca
  • ml. 250 acqua
  • ml. 250 aceto bianco
  • 2 spicchi d'aglio
  • 1 cucchiaino sale
  • 1 cucchiaino semi di senape nera
  • 1 cucchiaino semi di nigella (cumino nero)

Preparazione
Mettere in un pentolino l'acqua con l'aceto, il sale e gli spicchi d'aglio e portare a ebollizione.
Stipare la portulaca in due barattoli capienti.
Versarvi la miscela di aceto e i semi di senape nera e nigella, quindi chiudere i barattoli.
Conservare in frigo per una settimana prima di consumare.

Da: GreenMe.it


La Portulaca oleracea, detta anche porcellana, erba dei porci, erba grassa ecc. è una pianta grassa infestante che si trova ovunque.
Le foglioline carnose sono ottime da gustare crude aggiunte alle insalate.
Oltre ad essere buona da mangiare la portulaca è una pianta ricca di proprietà, infatti contiene molti omega-3 e vitamina C.

Valerianella / soncino


Insalata con valerianella
Ingredienti x 2 pp
  • g. 150 di valerianella
  • 1/2 mela tagliata a tocchetti
  • g. 30 di parmigiano a scaglie
  • olio evo
  • aceto balsamico


La Valerianella locusta, conosciuta come valerianella o songino è un’erba ottima da consumare cruda, viene coltivata e la si trova in commercio un po’ ovunque ed in tutte le stagioni, ma quella che cresce spontanea ha tutt’altro sapore; già a fine inverno, prima che la pianta fiorisca, si possono raccogliere le foglioline tenerissime che io adoro in insalata con la semplice aggiunta di olio, limone e sale.

Risotto agli Asparagi selvatici

Asparagi selvatici

Gli asparagi selvatici, Asparagus acutifolius, si trovano nei boschi, sulle scarpate e nei terreni incolti.
In primavera, tra Aprile e Maggio è possibile raccogliere i germogli della pianta che sono ottimi da mangiare, a Verona li chiamiamo sparasine ed il loro sapore è più intenso rispetto ad altre tipologie di asparago e leggermente amarognolo.
Si tratta di una pianta poverissima di calorie ma molto ricca di vitamine (provitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, K ed E) e sali minerali: ferro, fosforo, calcio, magnesio, acido folico e soprattutto potassio; inoltre, come l’asparago che si coltiva, contiene l’asparagina, una sostanza diuretica e depurativa.


Risotto con asparagi selvatici

  • 1 bel mazzetto di asparagi selvatici
  • 1 noce di burro
  • 1/2 scalogno
  • 1 dado
  • Pepe q.b.
  • Vino bianco per sfumare
  • 2 - 3 pugnetti di riso
  • Prezzemolo fresco tritato
  • Parmigiano grattugiato
Il procedimento è come sempre molto semplice! Naturlamente se non disponete più degli asparagi selvatici potete sostituirli con quelli coltivati, molto meno amari...
  1. Lavate le punte di asparagi e cuocetele per un quarto d'ora nel brodo bollente a cui avrete aggiunto il bicarbonato e lo zucchero.
  2. In una casseruola fate rosolare, nel burro, lo scalogno tritato, aggiungete gli asparagi (io li ho solo tagliati a metà) e il riso. Fate tostare qualche minuto.
  3. Sfumate con un goccio di vino, aggiungete 1/2 dado, una spolverata di pepe, versate un po' di brodo e controllando che non si attacchi, portate a cottura, aggiungendo il brodo necessario. Se usate il riso a chicchi grandi, ci vorrà una ventina di minuti a fuoco basso.
  4. Una volta cotto mantecate con abbondante parmigiano e spolverate di prezzemolo tritato.


Pesto di Stridoli / Silene (stridoli, sciopetin, carletti etc. etc.)

Pesto di Silene (stridoli)
Ingredienti: 
stridoli 
noci 
olio extra vergine di oliva 
parmigiano 
sale 
Preparazione: 
Prendere tutte le foglioline fresche degli stridoli, togliendo i gambi più duri. 

Lavare bene gli stridoli e metterli su un canovaccio da cucina, tamponandoli delicatamente per asciugarli. 
Mettere gli stridoli nel mixer con le noci e l'olio extra vergine di oliva. 
Frullare finchè diventato una crema. 

Aggiungere abbondante parmigiano grattugiato , un pizzico di sale e girare per far amalgamare tutto.

Il nome è Silene vulgaris e si tratta di una pianta piuttosto diffusa, direi infestante, dal sapore molto delicato e leggermente dolciastro, a Verona viene chiamata “sgrisoloni” o “sciopetin” per i calici rigonfi a forma di palloncino che alla fine dell’estate si possono far scoppiare battendoli con la mano.
E’ conosciuta con diversi nomi nelle varie regioni d’Italia come carletti, strisci, scrissioi, sciopit, grisol, strigoli, stridoli, cuiet.
In genere la utilizzo nei risotti o semplicemente ripassata in padella con Pesto aglio e olio, come si trattasse di spinaci.

Torta salata ripiena di carote e malva

Torta salata ripiena di carote e malva

Ingredienti per l'impasto:
  • g. 250 di farina integrale
  • mezza bustina di lievito  
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • mezza tazza di acqua e sale
Ingredienti per il ripieno:

  • g. 500 di carote
  • g. 200 di foglie di malva
  • 1 spicchio di aglio
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe
Preparazione:
In una terrina preparate l'impasto: mettete la farina a fontana e formate al centro una piccola conca. Aggiungete il lievito al cremontartaro, l'olio, un pizzico di sale. 

Amalgamate gli ingredienti versando a piccoli sorsi l'acqua. 
Impastate sini a formare un panetto liscio e compatto, che lascerete riposare per mezz'ora. 
Intanto preparate il ripieno.
In una casseruola fate rosolare in poco olio uno spicchio di aglio, poi unite le carote grattugiate con un pizzico di sale e a cottura quasi ultimata la malva spezzettata. 

Aggiustare di sale e insaporire il ripieno con un pizzico di pepe nero. 
In una teglia bassa "da pizza" stendete l'impasto, dopo aver unto ed infarinto l'intera superficie. 

La pasta tende a sbriciolarsi, dunque non fate uso del mttarello. 
Allargatela piano piano con i polpastrelli delle dita, sino ad ottenere una sfoglia sottile di 4-5 mm di spessore. 
Ricoprite la pasta con il ripieno di carote e malva ed infornate la torta salata a 200 gradi per 30-40 minuti.
Da: Terranuova.it

venerdì 7 aprile 2017

Confettura di tarassaco, Miele o marmellata di tarassaco

Ingredienti:


  • g. 500  di fiori di tarassaco
  • kg. 1,250  di zucchero  di canna integrale
  • 10 chiodi di garofano
  • 3 anice stellato frutti interi
  • 3 limoni non trattati 
  • litri 2,5 di acqua

Raccogliete i fiori di tarassaco quando sono fioriti, fateli asciugare su di un canovaccio da cucina per 48 ore senza sovrapporli, quindi metteteli a bollire in 2 litri d'acqua con i chiodi di garofano, i frutti di anice stellato e le scorze dei limoni per circa 20 minuti.
Trascorso questo tempo filtrate il tutto, spremendo bene, e rimettete a bollire il filtrato aggiungendo lo zucchero e il succo dei limoni.
Facendo bollire per un tempo variabile dai 20 ai 30 minuti, la consistenza che dovrà risultare gelatinosa  aumenta secondo i tempi di bollitura., che comunque non dovrebbero superare i 35 minuti.
La consistenza di questa marmellata e simile al miele.
A cottura ultimata mettete subito la gelatina in vasetti di vetro e chiudete quando la marmellata è ancora calda.
dal Web

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Della marmellata di fiori di tarassaco avevo sentito parlare, ma ho sempre avuto dei dubbi… oggi, invece, mi sono lasciata convincere da una amica che la prepara abitualmente e approfittando dell’abbondante fioritura che c’è in questo periodo e della sua “cotta”   ne ho preparato alcuni vasetti anch’io e… altro che buona: buonissima!!! 🙂 Ingredienti: 1 kg. di fiori di tarassaco, 500 gr. di zucchero, 2 limoni, 5 chiodi di garofano, acqua, 1 bicchierino di grappa.
dal Web
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Miele o marmellata di tarassaco: 1) ricetta: 
400 fiori di tarassaco, 2 litri d'acqua, 10-12 chiodi di garofano, 2 limoni tagliati a pezzi,1 kg di zucchero. Raccolti i fiori di tarassaco col bel tempo, si lasciano asciugare distesi in un luogo ombroso per 48 ore senza che si tocchino o si sovrappongano, quindi si fanno bollire nell'acqua con i chiodi di garofano e i limoni spezzettati per 20 minuti. Trascorso questo periodo si filtra spremendo bene le droghe e si rimette a bollire il filtrato aggiungendo lo zucchero. Bollendo per meno di 20 minuti otterremo uno sciroppo, aumentando il periodo di ebollizione si ricaverà una marmellata sempre più densa tanto più sarà il periodo di bollitura. 

2) ricetta: 
300 g. di fiori di tarassaco (solo i petali) 2,5 litri di acqua, 2 limoni, 2kg di zucchero 
Raccogliere circa 300 g di fiori di tarassaco, farli cuocere per circa mezzora a fuoco lento in una pentola con i 2,5 litri di acqua e due limoni tagliati a pezzetti. 
Lasciare raffreddare e filtrare e spremere il fondo con un spremi patate per recuperare tutto il succo. Rimettere nella pentola il filtrato e aggiungere i 2 kg. di zucchero, far bollire (sempre a fuoco lento) fino a consistenza desiderata. 

Ricetta tramandata dalla nonna Teresa Rossi a Ongaro Claudia


Come vedete anche con questo ingrediente le ricette si differenziano tra di loro, probabilmente nel passa parola alcuni particolari vanno persi ed altri vengono aggiunti. Nelle mie ricerche ho trovato vari modi di preparare questa sorta di miele. 

E queste sono le mie conclusioni (3 ricetta): 
Con queste ricette si ricava il miele di tarassaco, perché sia per la sua origine, i fiori, sia per la sua viscosità e consistenza non ha niente da invidiare al un normale miele di fiori. Nella tradizione, si usava: in una bella giornata di sole andare a raccogliere 365 fiori di tarassaco , trecentosessantacinDopo questa operazione rimarrà circa 200g di petali gialli. Metteteli in una pentola e aggiungete 2 litri di acqua, il succo di due limoni e solo la parte gialla della buccia (consiglio di togliere prima solo la parte gialla della scorza e poi spremerne il succo). Fate bollire a fuoco lento per circa 20 minuti, passato questo tempo lasciate l’infuso a riposare e raffreddare. Filtrate il tutto con un passino e alla fine prendete la poltiglia di petali che rimane sul fondo della pentola con le mani e strizzatela bene, in modo da recuperare il più possibile il succo dei fiori. Rimettete il filtrato nella pentola, aggiungete 1 kg di zucchero e fate bollire a fuoco lento mescolando di tanto in tanto (ogni 5 minuti), finché diverrà denso come il miele. Come punto di riferimento vi posso dare due consigli: 
- La consistenza è giusta quando vi rimarrà nella pentola: circa 750-800 ml si succo. 
- Oppure, è della consistenza giusta quando a un certo punto, vi accorgerete che pur mescolando il vostro miele non farà più quella schiuma che tendeva a fuoriuscire dalla pentola (motivo per cui sceglietene una che contenga almeno il doppio del filtrato).que, proprio come i giorni dell’anno!. Mentre li raccogliete vi verrà in mente per forza la pazienza dell’ape che passa di fiore in fiore per raccogliere il nettare che diventerà miele. Mentre siete nel campo i fiori vanno raccolti con le mani e senza il gambo, posateli con cura nel vostro cesto. Portati a casa, distendeteli senza sovrapporli su un lenzuolo e lasciateli asciugare per due giorni e mi raccomando non al sole ma all’ombra, perchè devono solo asciugare e non seccare.lasciando asciugare il trassaco (taraxacum officinale) per circa due giorni in un ambiente asciutto e non esposto al sole, sarà più facile separare la corolla ligulata dal ricettacolo. Inoltre in questo modo vi assicurerete di aspostare tutto il nettare contenuto nei fiori.)
Passato questo tempo li passate ad uno ad uno e togliete la parte verde (ricettacolo) del fiore, operazione che sarà facilitata dal fatto che li avete fatti asciugare. 
Da: Flag of the planet Earth

lunedì 28 luglio 2014

Erbe spontanee: la portulaca, buona e ricca di proprietà!

Nelle stagioni calde è difficile trovare erbe fresche da misticanza
vi suggerisco stavolta di cercare la portulaca
(Portulaca oleracea, altri nomi dialettali: 
porcellana, porcacchia, 
erba grassa, erba dei porci ecc. 
a seconda della regione in cui ci 
troviamo perché si trova veramente dappertutto); 
è una pianta grassa infestante che si trova in tutte le aree temperate del mondo, 
nei campi, vicino ai centro abitati e nei suoli poco ricchi, persino nelle fessure dei marciapiedi…
Nei periodi caldi, per chi abita in campagna come me, tutti ti regalano i pomodori 
(la Graziella dice che un tempo i contadini te li donavano dicendo: 
"piuttosto che darli ai maiali…"), allora perché non preparare 

una bella insalata di pomodori e portulaca
Usatene le foglie carnose e le tenere parti terminali e aggiungete un pizzico di origano, 
ne uscirà una portata veramente appetitosa e rinfrescante!
Per farne poi un piatto unico, 
aggiungeteci anche del formaggio fresco a pezzi e arricchite con altre verdure, 
come cetrioli o cipolle, a piacere.
La portulaca è antiscorbutica
tanto che la portavano i marinai sulle navi, rinfrescante e diuretica. 
Ultimo ma non meno importante: è una fonte vegetale ricca di omega-3
gli acidi grassi che, come sapete, 
sono validi alleati nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Di: Franco Lodini
Da: GrowThePlanet

giovedì 18 luglio 2013

Frittata di vitalba

Ingredienti:

  • 5 uova
  • punte di vitalba
    germogli di vitalba
  • olio e.v.o.
  • 1 limone
  • sale

Preparazione:
Lessate per alcuni minuti in acqua bollente le punte di vitalba, lasciate asciugare in un colino o, meglio disposte su di un canovaccio.
Fatele quindi appassire in padella con un po' di olio e un pizzico di sale.
La padella va scelta in modo tale che una volta ridotte di volume, le punte possano ricoprirne il fondo con uno strato sottile.
A questo punto, versateci sopra le uova sbattute con un po' di sale.
Fate rapprendere la frittata al punto giusto, senza seccarla troppo.
Servitela calda con gocce di limone.
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Clemantide vitalba
La ''clemantide vitalba'' (vite bianca) è una pianta rampicante che cresce sopratutto sulle rive ombrose dei corsi d'acqua e sui muretti a secco.
Le punte vanno raccolte in primavera (da adulte sono velenose), cioè prima che la pianta emetta i suoi piccoli fiori bianche e profumati; in tale periodo i germogli sono così teneri che si recidono con le mani ed appunto palpando con le dita che si taglia il rametto dove si sente che diventa legnoso e il verde si scurisce.
Il sapore di queste punte è deliziosamente asprigno con un fondo di sapore amarognolo che ricorda l'asparago selvatico che, peraltro, 
può essere cucinato allo stesso modo.
(Toscana)

sabato 27 ottobre 2012

Elisir di camomilla e malva





Ricetta tipica della tradizione contadina parmense.
Veniva preparato dalle contadine, per offrirlo ai propri “morosi” o per i giorni di sagra.
Prima di andare nei campi a lavorare, le giovani donne raccoglievano la camomilla,
che al sorgere del sole è ancora ricca di oli essenziali e la consegnavano alle nonne per farne l’infuso.
Ancora oggi viene servito a fine pasto,
perchè le sue proprietà antinfiammatorie lo rendono un gradevole digestivo.
Ingredienti:
  •  4 manciate di capolini di camomilla 
  •  2 manciate di fiori di malva (da raccogliere all’alba)
  •  1 litro di alcool a 95°
  •  g.  800 di zucchero
  •  1 litro di acqua.

Preparazione:
Mettete a macerare nell’alcool la camomilla e la malva, in un vaso a chiusura ermetica.
Dopo una luna, sciogliete lo zucchero nell’acqua, fate raffreddare e unite al macerato.
Lasciate “riposare” per 1/4 di luna, al buio.
Filtrate il liquore e imbottigliate.
Ricetta Di: Mario Schianchi - Parma

Nota mia:
Una luna = 28 giorni
Un quarto di luna =7 giorni
Sciogliete = sciroppo

lunedì 21 maggio 2012

Elisir di malvarosa

Ingredienti:


  • 1/2 litro di alcool a 95°
  • 6 foglie di malvarosa (conosciuta anche come malvone)
  • 3 steli di menta comprese di foglioline
  • 1 limone, la buccia sottile
  • g. 500 di zucchero
  • 1/2 litro di acqua
Preparazione:
Mettere in infusione in un vaso a chiusura ermetica, l'alcool, le foglie di malvarosa, la menta, e la buccia del limone.
Lasciare in infusione fino a che la clorofilla ceda il suo colore all'alcool.
Preparare lo sciroppo, portando a bollore l'acqua con lo zucchero per alcuni minuti.
Aggiungere a freddo all'infuso filtrato.
Dopo alcune settimane si filtra ancora.
Consumare dopo alcuni mesi, deve maturare l'aroma.