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giovedì 14 agosto 2014

Legacci naturali per l'orto

Per crescere e svilupparsi alcune piante dell’orto necessitano di essere legate a dei sostegni.

Sul mercato sono disponibili fascette o legacci di materiali appositamente studiati per essere resistenti e al contempo tanto flessibili da non danneggiare la pianta. 
In passato era la natura la principale fonte di approvigionamento di materia prima. 
I legacci in fibra naturale sono completamente biocompostabili,  una volta terminata la loro funzione possono essere lasciati sul terreno dove si degradano velocemente. 
Compiono la stessa funzione ma non sono altrettanto ecologici i legacci ottenuti dal riclico di oggetti d’uso comune di produzione industriale. 
Ecco alcuni esempi di legacci utilizzati in passato e altri decisamente più contemporanei:
1 – foglie delle canne
Si raccolgono le foglie delle canne in autunno, si legano a mazzi e si fanno seccare e al momento dell’uso si reidratano lasciandole a bagno nell’acqua una mezz’ora.
2 – rami di salice
Stesso procedimento delle foglie di canna, si utilizzano i rami giovani di salice ma si devono lasciare a mollo nell’acqua per un giorno prima che si possano ammorbidire per bene le fibre.
3 – rami di ginestra
Come per i precedenti esempi, si raccolgono le ramaglie di ginestra e si formano fascine che si fanno essicare. Al momento del bisogno si reidratano un giorno intero prima del loro utilizzo.
 4 – guanti da cucina
Per questi legacci si riciclano i guanti bucati. Si tagliano a strisce come vi abbiamo mostrato in quest’articolo (http://www.premiaty.it/green/riuso-legacci-per-lorto/) e finita la loro funzione si raccolgono per un nuovo uso fino a quando si romperanno, solo allora potranno finire nel cassonetto.
5 – collant di nylon
Nuova vita anche per i collant bucati! Ritagliare delle strisce sottili dai collant, resistenti e molto elastici sorreggeranno con delicatezza le vostre piante.
Testi e foto di Simonetta Chiarugi – www.aboutgarden.it
Da:Premiaty.it

Malerbe addio

Non solo per gli amanti del prato perfetto, 
la lotta contro le infestanti è necessaria in quanto molte piante soffrono la competizione con altri vegetali posti nelle loro vicinanze che sottraggono  energia e nutrimenti dal terreno.
Approfittate dei cocenti raggi solari estivi per debellare le malerbe aiutati da un semplice prodotto di comune uso domestico. 
Basta infatti passare con il pennello una generosa mano di olio di oliva sulle foglie della pianta prescelta per innescare un processo che porta al deperimento della stessa. 
In pieno sole infatti la materia grassa produce un film che non fa traspirare la pianta e ne impedisce la fotosintesi. 
L’anidride carbonica emessa non può fuoriuscire e la parte fogliare della pianta diviene asfittica e perisce come fosse bruciata da una fiamma.
Tuttavia nell’arco di due settimane la nuova vegetazione riparte in quanto le infestanti sono perlopiù piante perenni, occorrerà ripetere l’operazione fino a che la pianta morirà!
Testi e foto di Simonetta Chiarugi – www.aboutgarden.it
Da: Premiaty.it

domenica 27 aprile 2014

Come coltivare i cetrioli


I cetrioli (Cucumis sativus) appartengono alla famiglia delle Cucurbitaceae, proprio come le zucche e le zucchine. Potete coltivare i cetrioli sia nell’orto che in vaso
Per la coltivazione in vaso sceglierete le varietà più piccole e potrete raccogliere dei cetriolini da conservare sott’aceto. Ecco alcuni consigli utili, dalla semina al raccolto.
Semina in vaso e nell’orto
Seminate i cetrioli tra aprile e maggio
Disponete tre semi per ogni piccola buca che creerete, a circa 5 cm di profondità. In questo modo sarà più semplice selezionare le piantine che appariranno più forti, quando avranno già sviluppato 7 o 8 foglie. 
Se volete coltivare i cetrioli sul balcone, scegliete vasi del diametro minimo di 20 cm, uno per piantina. 
Per la coltivazione dei cetrioli nell’orto, mantenete una distanza di circa 50 cm tra le piante di una stessa fila e di 1 metro tra le diverse file. 
Se acquistate le piantine di cetrioli in vivaio, potrete trapiantarle in vaso o nell’orto tra maggio e giugno.
Terreno e irrigazione. I cetrioli preferiscono un clima caldo e umido. 
Richiedono irrigazioni frequenti, da effettuare direttamente verso il terreno, cercando di evitare di bagnare gli steli e le foglie della pianta. Innaffiate i cetrioli la mattina presto e la sera. 
Fate particolare attenzione durante le giornate più calde e controllate che il terreno non risulti troppo asciutto. 
Posizionate le vostre piante di cetrioli in pieno sole. I cetrioli amano i terreni leggermente acidi. 
Potrete fertilizzarli con humus naturale ocompost casalingo
Non dimenticate di posizionare dei bastoncini o delle reti vicino alle piante di cetrioli, per supportare la loro crescita.
Impollinazione
Prima della maturazione dei cetrioli, vedrete le vostre piantine fiorire. 
Per la formazione degli ortaggi, è fondamentale che avvenga l’impollinazione da parte delle api (ecco un motivo in più per difenderle!). 
Ma se questo piccolo miracolo non dovesse avvenire, potrete intervenire con l'impollinazione manuale
Su una pianta di cetrioli troviamo sia fiori maschili che fiori femminili
Entrambi producono nettare, ma solo i fiori maschili producono polline. 
Il manuale “Il mio orto biologico” suggerisce di effettuare l’impollinazione manuale, toccando con un pennello prima gli stami dei fiori maschili e poi quelli dei fiori femminili. 
Potete sperimentare questa tecnica nel caso in cui le vostre piante di cetrioli abbiano sviluppato tanti fiori ma ancora nessun frutto. 
Come distinguere fiori maschili e femminili? I fiori maschili sono più grandi e hanno uno stelo semplice, mentre i fiori femminili sono più piccoli e presentano un rigonfiamento alla base.
Raccolta dei cetrioli
La raccolta dei cetrioli avviene dopo circa 2 mesi dalla semina. 
La temperatura ideale per il loro sviluppo è compresa tra i 20 e i 28° C. 
Potrete raccogliere i cetrioli da giugno a settembre. 
Una volta maturi, i cetrioli delle varietà più comuni presenteranno una lunghezza di circa 20 cm. 
Raccogliete i cetrioli tagliandoli alla base, senza strapparli, per non rovinare le piante. Durante la stagione del raccolto, potrete avere nuovi cetrioli a disposizione ogni 2 o 3 giorni.
Proprietà dei cetrioli
I cetrioli sono un alimento molto idratante e rinfrescante. 
Sono ricchi d’acqua e poveri di calorie. 
La buccia dei cetrioli è una buona fonte di magnesio, potassio e silicio. 
Dato che si tratta di cetrioli coltivati da voi in modo naturale esenza pesticidi, non gettate la buccia
Affettate i cetrioli interi per preparare i vostri piatti estivi.
Salsa tzatziki
Per preparare questa famosa salsa greca, che è popolare anche in Armenia e Bulgaria, mescolate un piccolo cetriolo tagliato finemente con un barattolo di yogurt al naturale (ancora meglio, di yogurt greco, o in alternativa, di yogurt vegetale). 
Condite con un cucchiaino di aceto, qualche fogliolina di menta tritata, un pizzico di sale integrale e uno di pepe. In alcune ricette è prevista l’aggiunta di aglio, cipolla e aneto.
Cetriolini sott’aceto
Lavate e lasciate scolare i cetriolini. 
Asciugateli molto bene e 
disponeteli uno accanto all'altro nei barattoli di vetro già sterilizzati in acqua bollente. 
Cospargete ogni barattolo con un cucchiaino di sale grosso. 
Portate ad ebollizione acqua e aceto in parti uguali, 
regolandovi per la quantità a seconda del numero e della capienza dei barattoli. 
Versate il liquido ancora caldo in ogni barattolo. 
Chiudete i barattoli, lasciateli raffreddare e riponeteli in dispensa o in cantina. Saranno ottimi da gustare in inverno.
Scoprite qui come preparare una zuppa fredda di cetrioli e tanti modi per utilizzarli per la cura della pelle e in cucina, al di là dell'insalata.
Da: GreenMe.it
Marta Albè

venerdì 4 aprile 2014

Alloro

Alloro: uno storico e mitologico protagonista delle nostre tavole dalle sensazionali proprietà fitoterapiche
di: 
L’alloro è da sempre circondato da un fascino straordinario, saldamente ancorato alla mitologia, più precisamente, alla storia d’amore avente per protagonista, seppur non corrisposto, Apollo
Colpito da Eros con una delle sue frecce, il dio venne travolto da una grande passione per la bellissima Dafne. 
Un giorno, vedendola lungo le pendici del monte Parnaso, la chiamò, ma la ninfa iniziò a fuggire terrorizzata tra i boschi. 
Accortasi che la sua corsa era inutile, impaurita dal troppo ardore del suo spasimante, invocò l’aiuto della Madre Terra che, impietosita dalle richieste della figlia, iniziò a rallentare la sua corsa fino a fermarla, trasformando contemporaneamente il suo corpo: i suoi capelli divennero ricchi di foglie; le sue braccia, sollevandosi verso il cielo, flessibili rami; i suoi delicati piedi, robuste radici; il suo bellissimo volto svanì tra le fronde dell’albero. 
Dafne divenne un leggiadro e forte albero: il lauro. 
Menzionato nella letteratura come simbolo d’ispirazione, tanto che Dante, nel Paradiso, si rivolge così al buon Apollo: “Venir vedraimi al tuo diletto legno. 
E coronarmi allor di quelle foglie”, l’alloro, dal profumo che può portare la mente ad elevarsi su piani sottili, risvegliando l’ispirazione, sollecitando l’espressione interiore della creatività, è legato all’idea di immortalità, diventando sacro ad Apollo con la metamorfosi di Dafne; simboleggiando il trionfo derivante dalle attività politico-militari ed artistiche, cingendo poi con i suoi rami intrecciati le teste dei vincitori dei giochi, di eroi, cantori, poeti, condottieri e saggi.
La natura apollinea ne fa un simbolo di leggerezza e di divinazione, ma ha anche il significato di purezza fisica e spirituale (non a caso le Vestali, pure nel corpo e nello spirito, erano coronate con alloro). Gran parte delle civiltà successive a quella greca continuarono a considerare l’alloro una pianta nobile: era sempre presente nei giardini imperiali, usato dagli Imperatori romani durante trionfi e cerimonie pubbliche. 
Una leggenda narra cheGiove in persona regalò all’imperatore Cesare proprio una pianta di alloro, per evidenziare le vittorie ottenute sul campo di battaglia da uno dei personaggi più importanti della Roma arcaica. 
Negli antichi riti, i contadini romani legavano 3 ramoscelli di alloro con un cordoncino rosso, che propiziava l’abbondanza del raccolto, aiutando il grano a maturare e donando benessere. Ancora oggi si racconta che mettere alcune foglie di alloro sotto il cuscino solleciti sogni profetici. 
Nel Rinascimento, ad essere incoronati divennero poeti e letterati. 
Le corone di alloro erano un simbolo iconografico ricorrente tra pittori e scultori, che realizzavano volti o mezzi busti di imperatori o persone famose e colte, ritratte o scolpite con la corona d’alloro sul capo (es. Dante Alighieri e Giulio Cesare venivano ritratti solitamente con corone d’alloro in testa).
L’alloro, appartenente al genere Laurus e alla famiglia delle Lauraceae, ha davvero moltissime proprietà benefiche: le foglie fresche sono un’ottima fonte divitamina C, che contrasta i radicali liberi, ha effetti antivirali, stimola il sistema immunitario e favorisce la guarigione delle ferite; sono una buona fonte di acido folico, importante per la sintesi del DNA e in gravidanza, per prevenire le malformazioni fetali; contengono vitamina A, utile per la vista e per proteggere dai tumori. 
L’alloro, usato nelle cucine di tutto il mondo per insaporire stufati, brodi, marinate e minestre, per aromatizzare piatti di carne e di pesce, per profumare intingoli e aromatizzare selvaggina nonché per insaporire alcuni salumi ma anche bevande e dolci (budini di riso), ha proprietà tonico-stimolanti, digestive, espettoranti, carminative e diuretiche. 
Le foglie contengono un olio essenziale composto da cineolo ed eugenolo con effetto protettore sul fegato, riducendo gas intestinali e flatulenza. 
L’infusostimola l’appetito, facilita la digestione, previene l’acidità di stomaco e gli spasmi intestinali, rinforza lo stomaco e contrasta la diarrea, soprattutto nei piccoli. 
Le drupe o bacche essiccate e polverizzate combattono i sintomi influenzali, il raffreddore, alleviano il gonfiore e la tensione addominale. 
In fitoterapia, le foglie sono impiegate per preparare infusi antibatterici e contro il catarro. 
L’alloro è benefico per l’apparato respiratorio, è un ottimo espettorante contro gli stati febbrili e la tosse grassa; favorendo l’espulsione del muco dalle vie respiratorie. Inoltre, esso agisce come antinfiammatorio, usato per regolare i cicli mestruali e combattere i dolori; e come diuretico, eliminando l’eccesso di liquidi nel corpo. Contenendo acidi grassi insaturi (tra cui l’oleico e il linoleico), l’alloro riduce, inoltre, il rischio di malattie cardiovascolari.
Ottimo è anche l’olio di alloro, usato contro ustioni e reumatismi (si ottiene facendo macerare una manciata di bacche in una tazza di olio d’oliva. 
Dopo 20 giorni si schiacciano per spremere il succo e si filtra il liquido con una garza. L’olio viene conservato in una bottiglietta in un luogo fresco e buio).

Esso lenisce gli spasmi reumatici e aiuta la ripresa d’uso delle articolazioni dopo ingessature o traumi: va frizionato sulle parti interessate per due volte al giorno. 

Per preparare l’infuso digestivo: 40 gr. di foglie d’alloro; 20 gr. di foglie di malva; 20 gr. di foglie di camomilla; 20 gr. di semi di anice. Va bevuto dopo i pasti, versandone un cucchiaio per tazza. 

Per ottenere un infuso antinfluenzale: 10 gr. di foglie fresche lasciate in infusione per 5 minuti, bevendolo per due volte al giorno, stando il più possibile sotto le coperte. 

Per un bagno anti-stress: 5-6 grosse manciate di foglie di alloro, 2 litri d’acqua. Preparate un decotto lasciandolo bollire per 15 minuti, mettetelo nella vasca e rimaneteci immersi per 15 minuti. 

Ma l’alloro è utile anche come rimedio casalingo per allontanare le tarme dagli armadi, come sostituto della canfora, ma più profumato; oppure lo si può mettere nelle tasche degli abiti da conservare al cambio di stagione.
Da: MeteoWeb.eu

domenica 9 marzo 2014

Come fare in casa il compost domestico

Tutto quello che c'è da sapere sul compost domestico: 

come muovere i primi passi in sei mosse.

Andate a fare una passeggiata nel bosco, rimescolate il manto di foglie morte e avvertirete subito un odore gradevole: man mano che andrete in profondità, foglie, rami, resti d'animali ed insetti, perdono progressivamente la loro forma ed i colori originali. È qui, a pochi centimetri di profondità, troverete un terriccio soffice, di colore scuro che profuma di "bosco", ricco di Humus.


Piante e foglie morte, frutti caduti al suolo, spoglie e deiezioni d'animali, tutte le sostanze organiche che si accumulano nel sottobosco, diventano il nutrimento del super-organismo formato dagli esseri viventi che popolano il terreno.

Le grandi molecole organiche presenti nei vegetali (amidi, zuccheri, cellulosa, resine, oli..) diventano cibo per i batteri e per altri microrganismi che dalla degradazione di queste molecole, a base di carbonio, traggono energia.

Su quello che resta dell'originaria materia organica e sugli stessi batteri e funghi, si avventa una miriade di organismi di maggiori dimensioni quali insetti, artropodi, anellidi che, oltre a finire di mangiare le briciole, scavano e rimescolano quello che ormai è diventato un soffice terriccio bruno su cui l'ossigeno dell'aria e l'acqua apportano le ultime trasformazioni chimico-fisiche.

Dopo qualche mese, tutto si è trasformato in una cosa nuova, il COMPOST, ovvero un terriccio fine ricco di organismi viventi e di sostanze nutritive, nelle condizioni fisiche e chimiche ottimali per essere facilmente assorbite dalle radici delle piante.

Il compost, oggi come oggi, è un'ottima soluzione sia per ridurre la propria incidenza sui rifiuti, sia per autoprodurre materia organica, concime, da utilizzare nell'orto e nel giardino.
Se vivete in cascina o avete molto spazio a disposizione, vi consigliamo di fare un compostaggio a cumulo; se invece il vostro spazio è ridotto vi consigliamo una compostiera domestica in contenitori chiusi, bidoni di plastica costruiti in modo particolare.

COME PARTIRE 

  • Affinché i processi di compostaggio di sostanze organiche vegetali vadano a buon fine, sono indispensabili i seguenti ingredienti:
  • volume di biomassa finemente triturata di circa 1 metro cubo, formata di 30 parti di carbonio e 1 parte d'azoto;
  • aria a volontà;
  • acqua, quanto basta al benessere di muffe, funghi e batteri;
  • un po' di batteri e microrganismi;
  • qualche lombrico.

Mescolare bene questi ingredienti, operare affinché l'aria circoli sempre in abbondanza in questo "impasto" e la quantità d'acqua si mantenga nelle giuste proporzioni.
Nel materiale sottoposto a compostaggio si assisterà, in ordine di tempo, ai seguenti fenomeni:

  • sviluppo di colonie di muffe e funghi;
  • riscaldamento progressivo, fino a raggiungere 50-60 °C, al suo interno;
  • disgregazione dei componenti, con una riduzione del volume iniziale fino al 50%;
  • raffreddamento del compost
  • eventuale diffusione di lombrichi all'interno del cumulo di compost.

Se la ricetta è ben eseguita e se il materiale trattato è frequentemente rimescolato, l'intero processo di compostaggio può durare anche alcuni giorni; lasciando il cumulo fermo e avendo provveduto solo ad una grossolana triturazione, il compostaggio completo richiederà alcuni mesi (da 4 a 5 mesi, secondo la stagione).


I 6 PASSI PER UN BUON COMPOSTAGGIO DOMESTICO 
1 - Carbonio e azoto
I batteri, per svilupparsi a dovere, devono avere a disposizione sia energia dalla "combustione" del carbonio, sia materia prima per l'assemblaggio di proteine (azoto).
Per avere sostanza organica con un rapporto ottimale carbonio/azoto, si può seguire la regola di mescolare bene due parti di avanzi "Verdi" con una parte di avanzi "Marroni".
Quindi, se il vostro compost risulta troppo umido e bagnato, è l'ora di aggiungere carbonio: sacchetti in carta per alimenti, fazzoletti e tovaglioli di carta, tutti sminuzzati finemente per accelerare il processo. Va bene anche la segatura di legno non trattato.

2 – Avanzi verdi e marroni: quali rifiuti per produrre compost? 

E quali no?
Vediamo adesso che cosa mettere nella nostra compostiera per creare il corretto rapporto azoto/carbonio.
Avanzi marroni: foglie secche, potature di arbusti, aghi di pino, segatura, cartone, carta per alimenti, quotidiani.
Avanzi verdi: avanzi di piante verdi e fiori, sfalci d'erba o erba fresca, avanzi di frutta e ortaggi non cotti, bustine di tè, pose di caffè, letame di erbivori, capelli, peli di animale domestico.
Ci sono, poi, gli integratori che non sono obbligatori per la buona riuscita, ma contengono interessanti proprietà utili alle piante che, poi, andremo a concimare.
Integratori: gusci di uova, gusci di molluschi, cenere di legna, polvere di roccia sedimentarie.
Anche la carta di quotidiano può essere utilizzata per il compostaggio perché da
 tempo il piombo non è più utilizzato per la stampa.
Per la preparazione del compost NON si devono usare: carne, pesce, ossa, prodotti caseari, oli e grassi, lettiere di cani, gatti, uccelli.
Non sono idonei al compostaggio, in quanto scarsamente
 biodegradabili: fogli di plastica, carta oleata, carta patinata, carta plastificata.

3 – La triturazione degli avanzi 
Ai fini della velocità e della buona riuscita del compostaggio è utile che il materiale organico sia sminuzzato il più finemente possibile. 

Questo trattamento, a parità di peso di materiale, aumenta la superficie d'attacco da parte dei batteri, facilita il mescolamento tra i vari componenti, rende il cumulo più soffice e più permeabile all'aria e all'acqua. 
Anche una triturazione grossolana può andare bene, specialmente se non si ha fretta.

4 – L'acqua 
Il materiale da compostare deve essere mantenuto costantemente umido. Attenzione però a non esagerare. Se il cumulo è fradicio d'acqua, l'aria non circola e i batteri "buoni" moriranno per asfissia. Saranno sostituiti da altri batteri (chiamati anaerobi) che non amano l'ossigeno, ma che producono metano, idrogeno solforato, composti con odori fortemente sgradevoli.
Una prova empirica per verificare la presenza di un eccesso d'acqua si effettua stringendo nel pugno una manciata di compost; se esce acqua, l'umidità è eccessiva e pertanto deve essere ridotta.

5 – Calore 
Il buon andamento del compostaggio si misura con l'aumento della temperatura al suo interno.
L'aumento di temperatura segnala che i batteri sono al lavoro e che la sostanza organica viene da loro degradata. 

Elevate temperature si raggiungono solo con cumuli il cui volume sia di circa un metro cubo (mille litri). 
Il vostro compost si riscalda progressivamente fino a raggiungere, al suo interno, 
50-60 °C. 
L'elevata temperatura elimina eventuali parassiti e agenti patogeni
e inattiva i semi di piante infestanti introdotti nel cumulo.
Se il volume del cumulo è inferiore ad un metro cubo, la maggiore dispersione del calore non permette il raggiungimento d'elevate temperature; in tal caso si parla di compostaggio freddo che è più lento di quello caldo e non ne ha i vantaggi ma rende possibile il costante valido aiuto dei lombrichi.

6 – Gli starter 
Soprattutto nel caso di compostiera domestica non in cumulo, 

occorre attivare il compost attraverso dei piccoli accorgimenti.
BATTERI E MICRORGANISMI
Quando si avvia il compostaggio per la prima volta è opportuno poter mettere subito al lavoro questi utilissimi animaletti. 

Su uno strato di 10-15 cm di avanzi verdi, gettate uno strato di 2-3 cm di terriccio, utile anche per evitare invasioni di moscerini della frutta e per contenere l'emissione di eventuali odori fastidiosi. 
Prima di aggiungere nuovo materiale fresco, rimescolare bene gli strati sottostanti.
LOMBRICHI
I lombrichi sono indispensabili per il compostaggio domestico di volume ridotto (compostaggio freddo) e preziosi anche per il compostaggio a cumulo. 

Se ne trovano in abbondanza scavando ai bordi dei cumuli di letame, oppure presso i negozi di pesca che vendono esche vive.

QUALCOSA VA STORTO? 
Morte dei lombrichi: 

mancanza di cibo:
acqua o temperatura troppo bassa.
Il compostaggio non si avvia: 

Il cumulo è troppo secco (aggiungi acqua).
Eccesso di marrone (aggiungi verde).
Cattivi odori: troppa acqua (aggiungi cibo per 2-3 settimane); troppo cibo 

(non aggiungere cibo per 2-3 settimane).
Giulia Landini
Da: Stilenaturale.it

domenica 23 febbraio 2014

Salvia, l’erba alleata delle donne

Vi siete mai chiesti da dove viene il nome salvia

Ebbene deriva dal latino "salvo"ovvero guarisco, sano e questo già la dice lunga sulle aspettative che anticamente si avevano su questa pianta in grado, secondo i Galli, di guarire praticamente tutte le malattie in particolare quelle che comportavano febbre e tosse


In effetti la salvia, apprezzata anche dai Romani e dalla medicina cinese e ayurvedica, ha diversi principi attivi e dunque proprietà ma va utilizzata con cautela perché, come molte altre erbe, 
un uso eccessivo e improprio può diventare pericoloso.
La salvia è da sempre associata al femminile ed è un'alleata preziosa delle donne in particolare per quei piccoli o grandi disturbi che ogni mese possono comparire in concomitanza del ciclo mestruale ma anche nell’età della menopausa. 
Gli effetti di questa pianta sul benessere delle donne sono dovuti in particolare all’azione di alcuni flavonoidi che aiutano a riequilibrare il sistema ormonale
Utile la salvia ad esempio in caso di amenorrea perché favorisce la comparsa del ciclo e allo stesso tempo aiuta ad alleviare crampi e dolori, non solo quelli dovuti al ciclo ma anche alla sindrome dell'intestino irritabile.
Per quanto riguarda la menopausa, l’effetto positivo della salvia è soprattutto nell’alleviare il fastidioso problema delle vampate di calore. Utile poi anche in caso di ritenzione idrica, emicranie (in particolare se a provocarle sono appunto ciclo o menopausa) e problemi dell’apparato respiratorio soprattutto in prezenza di catarro.
Il modo più semplice per utilizzarla è avere una bella piantina in giardino o sul balcone da cui poter staccare le foglie per prepararsi un infuso semplicemente mettendo 4/5 foglie di salvia in 1 tazza d’acqua bollente, lasciandole in infusione per circa 5 minuti per poi filtrarle e bere la tisana magari aggiungendo un cucchiaino di miele (soprattutto se si utilizza per problemi di tosse o febbre, in questo caso con lo stesso infuso si possono fare anche dei gargarismi). 
La tisana di salvia, che si può acquistare anche in erboristeria o preparare da soli seccando le foglie della pianta prima della fioritura, è perfetta poi in caso di cattiva digestione e per i problemi più comuni della donne sia in età fertile che non. 
Ottima anche in caso di diabete dato che alla salvia è stato riconosciuto un buon effetto ipoglicemizzante.
Per quanto riguarda l’olio essenziale (di cui abbiamo già parlato), questo si può utilizzare ad esempio per fare un bagno caldo, aggiungendo 5/6 gocce ai sali da bagno o a un bagnoschiuma neutro oppure, in caso di crampi mestruali, 
diluire 1 o 2 gocce in olio di mandorle dolci o altro olio vegetale per fare dei massaggi nella zona addominale o ancora diffondere 4/5 gocce nell’ambiente per avere un effetto rilassante sulla psiche e sul corpo.
Attenzione però, non va mai preso per uso interno né utilizzato sia pure esternamente durante la gravidanza.
Scritto da: Francesca Biagioli
Da: Greenme.it

lunedì 2 settembre 2013

Prezzemolo

Il Prezzemolo (Petroselinum crispum) è una pianta aromatica erbacea biennale, appartenente alla famiglia delle Ombrellifere. 

Originaria delle zone mediterranee a clima temperato, teme il freddo intenso. 
In Italia è maggiormente coltivato in Puglia, Toscana, Marche, Romagna. 
E’ una pianta caratterizzata da fusti eretti, tubolari, alti fino a 50 cm circa. 
Le foglie sono triangolari, dentate, arricciate e suddivise in tre segmenti. 
I fiori, giallo-verdi, sono raccolti in ombrelle piatte che fioriscono in estate durante la seconda stagione.
Si distinguono due tipologie:
-Liscio, che rappresenta la tipologia più conosciuta in Italia. 
Molto nota la varietà Gigante d’Italia.
-Riccio, coltivato principalmente per l’export.
Quello “liscio” ha un aroma più intenso, ma meno pungente rispetto a quello “riccio” che però è più ricercato per le decorazioni. In cucina viene utilizzato praticamente ovunque: non solo per insaporire le pietanze da solo ma anche insieme ad altre erbe e spezie per creare sfiziose salse, 
primi piattisecondi di carne ma soprattutto da il meglio di sé con il pesce
Tutti noi conosciamo e apprezziamo l’aroma di questo ortaggio ma oggi voglio darvi nove buoni motivi salutistici per non farvelo mancare!
1) E’ uno scrigno di vitamine: A, B, C, e K; minerali tra cui ferro e potassio; oli essenziali come limonene, eugenolo, miristicina; flavonoidi come luteina, apigenina e apiina.
2) Previene gli effetti degenerativi del diabete sul fegato poiché regola gli zuccheri nel sangue
3) Può favorire la perdita di peso, specie se causato da ritenzione idrica poiché ha una buona azione diuretica
4)E’ un ottimo antinfiammatorio e antiossidante grazie al buon contenuto di apigenina
5)E’ un valido presidio contro l’ateriosclerosi, il cancro del colon, l’asma e il diabete grazie all’interessante quantitativo di vitamina C, nota per le sue proprietà antiossidanti, antitumorali e antinfettive.
6) E’ ricco di betacarotene che insieme alla vitamina C può aiutare a ridurre asma, artrosi e artriti.
7) Mantiene in salute ossa, denti, cute, mucose e occhi
8) Favorisce il benessere dell’apparato circolatorio, infatti il buon contenuto di acido 
folico aiuta a ridurre l’omocisteina che, se in eccesso è causa di infarti e ictus.
9) E’ utile per la salute della vista e in modo particolare nella prevenzione della
degenerazione maculare grazie al contenuto di zeaxantina e luteina.

E’ interessante sapere che ha solo 36 calorie per cento grammi e che la vitamina C
rappresenta il 220% della RDA (Dose giornaliera raccomandata).
Vi lascio con un’ultima raccomandazione: per beneficiare al meglio delle sue buone proprietà utilizzatelo solo crudo e, nelle pietanze calde aggiungetelo a fine cottura!
Alla prossima!
Di: Stefania Luccarini
Da: Greenme.it

lunedì 4 marzo 2013

Mese di marzo:semina e raccolto e lavori nell'orto


Il mese di marzo è una festa per l'orto
Con l'avvicinarsi della primavera è giunto il momento di dedicarsi alla semina degli ortaggi che si vorranno raccogliere nei mesi successivi, fino all'estate. 
Chi non ha mai coltivato un orto può cogliere l'occasione per iniziare, ora che il timore delle gelate potrà finalmente essere accantonato. 
Sono sufficienti pochi semi da interrare in un vaso per dare il via ad una vere a propria passione. 
I vostri primi sforzi saranno ripagati nell'arco di poche settimane.

































































































































Cosa seminare a marzo

Con l'arrivo del primo tepore primaverile, anche nelle regioni italiane dal clima meno mite è possibile iniziare la semina degli ortaggi che potranno essere raccolti tra la tarda primavera e l'estate, come zucchine, pomodori,melanzane, piselli e peperoni
Chi ha lo spazio adatto a disposizione e vive nelle regioni più calde, potrà provare a cimentarsi nella semina di angurie e di meloni. 
Carote, ravanelli, rucola, lattuga e patate sono tra gli ortaggi che possono essere seminati tutto l'anno dove il clima è clemente. 
Non dimenticate di seminare il basilico, così da poter raccoglierne le foglie per preparare pesto gratis fino a settembre o ottobre.
A marzo è possibile seminare:
Aglio
Angurie
Asparagi
Barbabietole
Basilico
Bieta
Carote
Cavoli
Cetrioli
Cime di rapa
Cipolle
Fave
Finocchi
Indivia
Lattuga
Melanzane
Meloni
Patate
Peperoni
Piselli
Pomodori
Porri
Prezzemolo
Radicchio
Rucola
Sedano
Topinambur
Zucchine
Consigli per la semina
Se temete che nelle prime settimane di marzo il freddo possa rovinare i giovani germogli o se preferite organizzarvi in modo da trasferire nei vasi o in piena terra soltanto le piantine che appaiono più resistenti, il consiglio principale consiste nell'utilizzare dei semenzai, anche fai da te, realizzati con contenitori per alimenti di recupero, in modo da riporre i germogli al riparo da eventuali intemperie e da poter effettuare una scrematura delle piantine prima del trapianto.

Il raccolto del mese di marzo

Nel mese di marzo è possibile raccogliere le ultime zucche ed alcuni ortaggi tipici della stagione invernale, come i cavolfiori. Sarà inoltre possibile raccogliere lattuga, prezzemolo, rape, rucola, spinaci, verze ed erbe aromatiche da essiccare. Nel mese di marzo, come lungo tutto il corso dell'anno, è possibile dedicarsi alla coltivazione casalinga ed alla raccolta dei germogli, partendo da chicchi, semi o legumi secchi, tra cui troviamo ceci, fieno greco, semi di lino, erba medica, orzo, senape, lenticchie, miglio e amaranto.
orto marzo raccolto
A marzo è possibile raccogliere:
Aglio
Barbabietola
Broccolo
Carciofi
Carote
Cicoria
Cime di rapa
Cavolfiori
Cavolini di Bruxelles
Cavolo verza
Cime di rapa
Cipolla
Finocchi
Indivia
Lattuga
Lattughino da taglio
Patate
Porri
Prezzemolo
Rape
Ravanelli
Rucola
Rosmarino
Scarola
Scorzabianca
Scorzanera
Sedano
Spinaci
Tarassaco
Valeriana
Verza
Zucca

Orto sul balcone a marzo

Nel mese di marzo, a seconda di quanto seminato in precedenza, potrete ancora avere la fortuna di raccogliere dai vostri vasi lattuga, rucola, rosmarino, prezzemolo, lattughino da taglio, salvia, e altre erbe aromatiche sempreverdi. E' il momento di preparare i vasi per la semina delle nuove piantine. Tra le più adatte da seminare in vaso nel mese di marzo troviamo ravanelli, carote, basilico, zucchine, pomodorini, fagioli e fagiolini, ma anche melanzane rotonde di piccola taglia, piccoli peperoni e peperoncini, cetrioli, patate e topinambur.

I lavori nell'orto secondo il calendario lunare

Luna crescente
La tradizione contadina consiglia di seminare quando la luna è crescente ravanelli, carote, piselli, prezzemolo, lattuga, lattughino da taglio, basilico, angurie, cetrioli, asparagi, cavoli, compreso il cavolo cappuccio, e zucchine. Con la luna crescente si possono inoltre trapiantarefragole, patate, cipolle e lattuga. Approfittate dei giorni di luna crescente per raccogliere le erbe aromatiche e le erbe officinali da essiccare, oltre che per la raccolta di carote e ravanelli.
La luna sarà crescente dal 14 al 26 marzo 2013.
Luna calante
E' preferibile approfittare dei giorni di luna calante per dedicarsi alla semina di topinambur, radicchio, lattughino da taglio, bieta, sedano, cipolle e indivia. Prima della semina, preparate l'orto ad accogliere le nuove piantine rivoltando le zolle ed occupatevi anche di preparare un nuovo cassone per il compostaggio in giardino e di rimestare quanto già accumulato durante l'inverno. Si consiglia inoltre di seminare le erbe aromatiche e di procedere alla potatura di viti, meli e peri in questo periodo. Cipolla, aglio, scalogno e tutti gli ortaggi a bulbo dovrebbero essere preferibilmente raccolti quando la luna è calante.
La luna sarà calante dall' 1 all' 11 marzo e dal 29 al 31 marzo 2013.

Da: GreeMe.it   Marta Albè