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mercoledì 6 dicembre 2023

Marmellata al vin brule' di Valerio D'Agnese

 Per Natale, ripropongo la marmellata di "VIN BRULE' "

Una ricetta vecchia,per un regalo unico e introvabile per gli amici,ma anche per la famiglia.La marmellata di " VIN BRÛLE' ".
2 litri vino
400g zucchero
1 stecca cannella
25 chiodi di garofano
7+2 mele
1 limone(scorza)
1 bustina di pectina di mele biologica(ma potrebbe non servire)
Pentola,mettere il vino,cannella, chiodi di garofano,zucchero,la buccia di limone tagliata a strisce,le 7 mele tagliate a fette ma con la buccia,le 2 mele intere con la buccia ma bucandole da parte a parte molte volte passando per la parte centrale(zona dei semi).Portare a ebollizione non fortissima.Quando le mele intere saranno morbide,togliere cannella,chiodi,e le mele intere(non buttatele ma mangiatele sono divinamente buone).Prendete il mixer e passate le fette di mela e le bucce(bisogna ridurre tutto in purea),continuate la cottura per un 20 min controllando il bollore...se le bolle sono molto fluide,aggiungete la pectina di mele,continuate la cottura10 min e poi imbarattolate.Se le bolle sono "spesse" fate la prova piattino,se il liquido scorre 4/5millimetri,potete non mettere la pectina e imbarattolare.
Ed ecco il regalino "introvabile" e sfizioso per amici

venerdì 11 ottobre 2013

Il vino nella Storia

Da: I Nobili della Massetta

IL VINO NELLA STORIA

Il vino è conosciuto dai tempi più antichi; impiegato sin dal 4° millennio avanti Cristo dai Cinesi, 
poi dai Sumeri e dagli Egizi,
 (questi ultimi ci hanno lasciato testimonianze dove il "vino dolce del Nilo" è 
definito come un nettare d'ineguagliabile bontà). 
Storicamente certe sono le conoscenze enologiche degli etruschi che lo producevano regolarmente; 
fu anche largamente utilizzato da popoli antichi come i Greci ed i Romani.
L'importanza sociale che questa bevanda andò ad assumere nell'antichità, 
fu tale da giustificare la presenza di un suo dio; il dio Bacco appunto.
Pensiamo anche a quella che fu la rilevanza mistica del vino agli albori del Cristianesimo.
Non a caso 
Cristo trasformò l'acqua in vino e non viceversa, sarebbe stato (già all'epoca) impensabile 
vivere un avvenimento mondano, come appunto era un matrimonio, senza la bevanda che favoriva i 
contatti umani e la socializzazione. 
D'altro canto nel cristianesimo il vino ha segnato anche 
avvenimenti tragici e definitivi; nell'ultima cena con gli apostoli Gesù versò il vino e lo definì "suo 
sangue" conferendogli un valore simbolico clamoroso, 
tradizione che tutt'oggi vive ed è presente nel 
rito dell'offertorio al momento della comunione.
Divenuto bevanda tipicamente mediterranea, 
si è diffuso anche tra popolazioni geograficamente più distanti.
Nello scorrere dei secoli il vino è stato considerato a seconda della cultura, 
delle consuetudini e delle religioni dei vari popoli, 
fonte di gioie e di salute ma anche responsabile di mali morali e fisici.
Negli ultimi 40 anni, ha subito nel nostro paese una forte riduzione dei consumi, 
passati dagli oltre 70 
litri pro capite della fine degli anni ‘60 ai 45 scarsi di oggi.
Contestualmente dobbiamo prendere atto che nello stesso periodo le superfici "vitate" 
sono scese da 1.300.000 ettari a circa 800.000.
La riduzione delle capacità produttive e dei consumi, hanno però sortito un effetto positivo; 
in Italia si sta bevendo sempre meno, ma di pari passo la qualità dei vini prodotti è di anno in anno 
migliore, al punto che i tradizionali maestri francesi, 
oramai, in qualche caso cominciano a diventare allievi.

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Il vino è una sostanza complessa che nonostante contenga discrete quantità di potassio, altri sali minerali e vitamine, ha un apporto di sostanze nutrienti sostanzialmente trascurabile. 
Nonostante ciò mantiene un ruolo di primissima importanza nella dieta alimentare. Studi di assoluta attendibilità, dimostrano che il vino, disponendo di talune proprietà fisiologiche in relazione all'alcol etilico e ad altre sostanze minori presenti,(Glicerolo, catechine, tannini ecc.). Se consumato in quantità moderate può ridurre i rischi di malattie coronariche, sembra anche che svolga un'attività preventiva contro la formazione di trombi all'interno dei vasi sanguigni.
In generale l'assunzione di uno o due bicchieri di vino rosso ai pasti accrescono le quantità di colesterolo buono (HDL) riducendo il rischio di infarto.
Altri studi ancora in corso, stanno evidenziando possibili effetti positivi anche per il morbo di Alzheimer, per il Diabete e l'osteoporosi. Dulcis in fondo, non è assolutamente certo che il consumo moderato di vino faccia ingrassare; un bicchiere di vino rosso contiene in media 150 calorie ma dato che la metabolizzazione dell'alcol avviene nell'organismo in maniera particolare, dette calorie sono assimilate solo parzialmente e comunque tale da escludere effetti molto calorici, atti quindi a stimolare un consistente accumulo adiposo. 
Per quanto riguarda le controindicazioni bisogna puntualizzare che è sempre dannoso bere in forti quantità, soprattutto per le persone che soffrono di ipertensione arteriosa, malattie epatiche, per le donne in gravidanza o in fase di allattamento, per i bambini e gli adolescenti e per tutti coloro che si apprestino a svolgere attività che richiedano concentrazione; ad esempio la guida di un veicolo.

giovedì 4 luglio 2013

Il vino (lezione n. 2) L'esame olfattivo

La seconda Fase della valutazione di un vino è:


L'ESAME OLFATTIVO;
.
Questo secondo passo viene effettuato annusando a più riprese il vino 


(staccare-riannusare, perchè il nostro naso si assuefa agli odori). 

È una analisi estremamente complicata in cui emergono per il neofita le difficoltà 

derivanti dalla ineducazione 

all’olfatto e alla scarsa fantasia 

( appare infatti difficile apprezzare un costosissimo vino bianco del collio che 

presenta odore di ‘pipì di gatto'). 

Da una siffatta analisi emergono l’intensità e la qualità olfattiva. 

Questa fase della valutazione, si diceva, 

è quella che richiede la maggior dose di fantasia ed educazione olfattiva: 

si tratta di riportare alla mente, in seguito all’odorazione vino, 

il ricordo di tutto quello che si trova in natura e associarlo al vino in esame. 

Più che fantasia è una questione chimica: 

è difficile ricordare a tavola cosa sia l’acetato di isoamile. 

Risulta più familiare definire l’odore dell’acetato di isoamile come odore di banana, 

cosi come è più facile parlare di sentori di mela verde, 

piuttosto che parlare di acido mallico.

Questa educazione dell’olfatto è una questione di abitudine: 

una volta imparato a ricordare gli odori, 

questi non si dimenticano più.

Da: I Nobili della Massetta

martedì 2 luglio 2013

Il vino (lezione 1) per imparare a conoscere

Da: I Nobili della Massetta

Iniziamo dunque il percorso che attraverso una serie di valutazioni, 
essenzialmente rispondenti alle nostre capacità sensoriali ci porterà 
a conoscere un po' meglio questo nostro straordinario prodotto; 
IL VINO.

PRIMO PASSO; L'ESAME VISIVO:

L’apertura di un vino è un rito.
La bottiglia, conservata orizzontalmente perché il vino possa lambire il sughero, 
viene presa in mano. 
La rimozione del tappo va effettuata tenendo la bottiglia almeno a 45 gradi, 
effettuando un taglio intorno al cercine della bottiglia e 
rimuovendo il tappo senza fare rumore. 
Va annusato il tappo per capire se le muffe del sughero hanno guastato il vino 
(c.d. “sapore di tappo”, in presenza della quale si può esigere 
l’immediata sostituzione del vino). 
Va preparato quindi un decanter in cui versare il vino allo scopo di filtrarlo e 
farlo decantare 
(ovvero: consentirgli di liberare tutte le essenze) 
mantenendo il collo della bottiglia sopra la fiamma di una candela accesa: 
in questo modo è possibile versare il vino nel decanter fermando il flusso 
non appena la luce della candela evidenzi il passaggio di eventuali residui.
Si versa poi una moderata quantità di vino nel calice (adatto al tipo di vino), 
tenendolo alla base: 
in questo modo è possibile evitare il surriscaldamento del vino che potrebbe alterare 
le proprietà organolettiche del vino.
Si passa poi all’ esame della limpidezza, ovvero l’assenza di particelle in sospensione. 
Indica se il vino è stato vinificato bene 
(ovvero: se la tecnologia usata ha permesso di produrre un vino non opaco e torbido). 
Gli aggettivi da usare per un bianco variano dal cristallino al brillante 
(per uno spumante in cui il perlage riflette la luce) 
all’ abbastanza limpido per un rosso lungamente invecchiato, 
con sedimenti indice di una polimerizzazione che richiede una 
decantazione in una caraffa di cristallo. 
Si analizza poi la trasparenza del vino.
Il passaggio successivo è l’analisi del colore. 
Questa viene effettuata mantenendo il bicchiere a 45 gradi su fondo bianco, 
analizzando l’unghia del vino: essa mostra una diversa gradazione di colore che indica l’età del vino. 
Per un vino bianco le gradazioni sono giallo verdolino-paglierino-ambrato, 
indice di un vino che evolve dalla sua giovinezza all'età adulta. 
Per un rosso si passa da un rosso porpora-rubino-granata-amaranto. 
Ad esempio: un Novello, vino giovanissimo, presenterà una colorazione porpora, 
mentre un Brunello tenderà all'amaranto.
Altro passo è l’analisi della struttura del vino, 
effettuata valutando la reazione del vino al “leggendario” 
movimento circolare del bicchiere 
(meglio farlo appoggiando il bicchiere al tavolo per evitare 
spiacevoli incidenti e brutte figure). 
Da questa analisi si capisce se il vino è leggero come l’acqua, o più pesante/denso. 
Dopo che il vino si è placato dal suo movimento, 
se ne osservano gli archetti e le lacrime sulle pareti del bicchiere: 
esse indicano, se visibili in grande quantità, la presenza importante di alcol nobile 
"Glicerina" quindi saremo di fronte ad un vino corposo e consistente, 
altrimenti saremo davanti a un vino (leggero). 
In un vino spumante invece si valuta la persistenza del perlage, 
le bollicine che si formano in seguito al processo di rifermentazione.

sabato 29 giugno 2013

Vino rosso e sesso

VINO ROSSO E SESSO; E L'EROS DELLE DONNE MIGLIORA, ANZI SI SCATENANO!!!!!!!

Un libro sponsorizzato dalla Società italiana di andrologia rivela qualche segreto.

Eros e vino sono da sempre un binomio molto discusso. 


Bacco, la nota figura mitologica romana, è 

contemporaneamente il dio del vino e dell’amore. 

Oggi, facendo un rapido salto temporale, è facile associare 

a una serata intima e romantica un calice di buon rosso.

Ma cosa c’è di vero (e di scientifico) nel rapporto tra vino e prestazioni sessuali?

Lo svela il libro “Vino ed eros”, edito da Giunti Demetra (253 pagine, 12,50 euro).

Il volume è nato da una ricerca realizzata dall’ospedale Santa Maria Annunziata di 

Firenze con il concorso della Società italiana di andrologia.

Lo studio analizza il rapporto tra il vino e la sessualità femminile,

 e arriva alla conclusione che può aumentare 

il desidero sessuale, se assunto moderatamente.

Dai risultati è, infatti, emerso che le bevitrici di vino rosso avevano un indice 

di funzione sessuale pari a 27,3 punti, rispetto ai 25,9 delle bevitrici di bevande 

alcoliche, e al 24,4 delle non bevitrici.

Il vecchio detto popolare per cui “un bicchiere di vino fa buon sangue”, 

da oggi potrebbe dunque essere 

esteso anche al sesso. Ma come, e perchè, esattamente?

Ce ne parla il dottor Nicola Mondaini, 

l’andrologo e urologo autore dello studio in questione.

Dottor Mondaini, prima di tutto, perché una ricerca sul rapporto tra vino ed eros?


Il presupposto è stato quello di verificare cosa c’era di vero su un tema tanto 

chiacchierato. 

Se ne parla praticamente da sempre, ma non è mai stato chiarito 

da un punto di vista scientifico.

Il rapporto tra vino e salute è stato studiato molto, 

ad esempio all’interno della dieta mediterranea, ed è 

ormai dimostrato che uno o due bicchieri al giorno hanno effetti benefici sulla salute. 

Ma mancavano dati sulla sessualità.

Noi abbiamo cercato di colmare il “vuoto” con una ricerca che ha coinvolto

circa un migliaio di donne, qui in Toscana. 

Le abbiamo sottoposte ad un questionario dettagliato, che 

affrontava diversi aspetti della sessualità, dal desiderio all’orgasmo.

In che modo il vino agisce nella sfera sessuale delle donne?


Bisogna prima di tutto precisare che stiamo parlando di un consumo moderato, 

quantificato dall’Oms 

(l’Organizzazione mondiale della sanità) in uno o due bicchieri di vino rosso al giorno.

Il vino agisce sulla sfera sessuale grazie a un mix che lo rende unico: 

i polifenoli, elementi che troviamo in 

molti altri elementi, come le verdure, e la bassa componente alcolica, 

normalmente intorno al 12 - 13%

Agisce indirettamente tramite i centri nervosi e direttamente sull’apparato genitale.

Da una parte c’è un effetto psicologico: si crea un effetto disinibente, 

la donna è più rilassata, e perde il 

freno inibitorio legato alla paura della gravidanza.

Dal punto di vista fisiologico si può avere una maggiore lubrificazione, 

che come sappiamo facilita il rapporto 

e aumenta la soddisfazione, intensificando e prolungando l'orgasmo

Altri dati lo confermano: è dimostrato che per le donne in menopausa il vino 

ha effetti benefici sul cuore e sulla secchezza vaginale.

Vale anche per gli uomini?


Sì. Il vino agisce in generale sull’apparato cardiovascolare, 

aumentando l’afflusso del sangue anche in alcuni 

“punti chiave” del corpo. 

Accresce, semplicemente, l’afflusso di sangue nei genitali.

Nella vostra ricerca si parla in modo specifico di vino rosso, il bianco è diverso?


Tra gli elementi benefici del vino ho citato i polifenoli. 

Nel vino rosso sono presenti 10 volte tanto rispetto al bianco.

Per gli altri alcolici, invece? È diverso bere un bicchiere di vino rispetto, 


magari, a uno di vodka?

Sì. E di nuovo per i polifenoli. 

Il vino contiene l’80% di questi elementi, e una componente alcolica piuttosto bassa.

È questa “miscela” che lo rende diverso dalla vodka, per rispondere alla sua domanda, 

o dagli altri cocktail.

Che succede se si beve un bicchiere di troppo? 


Per esperienza comune si potrebbe dire che aumenta il sonno. 

Il che, naturalmente, non si lega bene con l’eros.

Uno dei rischi è esattamente questo. 

Eubolo nel 300 a.C. già lo scriveva: “Tre tazze di vino preparo per gli 

amici. La prima per la salute, la seconda per l’amore, la terza per il sonno, 

la quarta non appartiene più a noi ma alla violenza”.

Credo che il concetto sia espresso perfettamente.

La nostra ricerca non dice che il vino fa bene all’eros in assoluto.

Non è un’equazione matematica e sappiamo perfettamente tutti i rischi 

legati a un eccessivo consumo di alcool. 

Anche gli astemi - lo preciso per evitare equivoci - 

non credano che iniziare a bere possa migliorare la propria sessualità. 

È piuttosto vero il contrario.

Il punto è che, come da tempo sono dimostrati gli effetti benefici 

per la salute in seguito a un consumo 

moderato di vino, da oggi possiamo dire - scientificamente - 

che questi benefici riguardano anche l’eros.



Da: I Nobili della Massetta