La seconda Fase della valutazione di un vino è:
L'ESAME OLFATTIVO;
.
Questo secondo passo viene effettuato annusando a più riprese il vino
(staccare-riannusare, perchè il nostro naso si assuefa agli odori).
È una analisi estremamente complicata in cui emergono per il neofita le difficoltà
derivanti dalla ineducazione
all’olfatto e alla scarsa fantasia
( appare infatti difficile apprezzare un costosissimo vino bianco del collio che
presenta odore di ‘pipì di gatto').
Da una siffatta analisi emergono l’intensità e la qualità olfattiva.
Questa fase della valutazione, si diceva,
è quella che richiede la maggior dose di fantasia ed educazione olfattiva:
si tratta di riportare alla mente, in seguito all’odorazione vino,
il ricordo di tutto quello che si trova in natura e associarlo al vino in esame.
Più che fantasia è una questione chimica:
è difficile ricordare a tavola cosa sia l’acetato di isoamile.
Risulta più familiare definire l’odore dell’acetato di isoamile come odore di banana,
cosi come è più facile parlare di sentori di mela verde,
piuttosto che parlare di acido mallico.
Questa educazione dell’olfatto è una questione di abitudine:
una volta imparato a ricordare gli odori,
questi non si dimenticano più.
Da: I Nobili della Massetta
L'ESAME OLFATTIVO;
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Questo secondo passo viene effettuato annusando a più riprese il vino
(staccare-riannusare, perchè il nostro naso si assuefa agli odori).
È una analisi estremamente complicata in cui emergono per il neofita le difficoltà
derivanti dalla ineducazione
all’olfatto e alla scarsa fantasia
( appare infatti difficile apprezzare un costosissimo vino bianco del collio che
presenta odore di ‘pipì di gatto').
Da una siffatta analisi emergono l’intensità e la qualità olfattiva.
Questa fase della valutazione, si diceva,
è quella che richiede la maggior dose di fantasia ed educazione olfattiva:
si tratta di riportare alla mente, in seguito all’odorazione vino,
il ricordo di tutto quello che si trova in natura e associarlo al vino in esame.
Più che fantasia è una questione chimica:
è difficile ricordare a tavola cosa sia l’acetato di isoamile.
Risulta più familiare definire l’odore dell’acetato di isoamile come odore di banana,
cosi come è più facile parlare di sentori di mela verde,
piuttosto che parlare di acido mallico.
Questa educazione dell’olfatto è una questione di abitudine:
una volta imparato a ricordare gli odori,
questi non si dimenticano più.
Da: I Nobili della Massetta