Ricetta che proviene da manoscritti rinascimentali;
pare addirittura consigliata da quel genio della cucina che fu Bartolomeo Scappi.
Si prepara per prima cosa un impasto con 300 grammi di farina, 60 grammi di burro fresco, due uova intere, una presa di zafferano (dose a piacere) un pizzico di sale un sentore di pepe.
Una volta preparata metteremo questa pasta al fresco, addirittura in frigorifero, per una buona mezz'ora.
In un tegame, possibilmente di coccio, prepareremo gli ingredienti e precisamente: circa 500 grammi di fave fresche sgusciate; oggi potremo usare tranquillamente quelle surgelate, anche fuori stagione purché non troppi grandi.
Le fave verranno messe a cuocere con poca acqua salata e un trito, piuttosto abbondante, di prosciutto né grasso né magro.
A parte mescoleremo 300 grammi di ricotta freschissima con 100 grammi di formaggio parmigiano grattugiato e 50 grammi di Emmenthal tagliato a cubetti insieme a 2 uova intere freschissime che avremo accuratamente sbattuto.
Una volta che le fave saranno cotte, dopo aver fatto ritirare, quasi del tutto, il loro liquido di cottura le mescoleremo ai latticini.
Avremo diviso in due porzioni la pasta a suo tempo preparata: una più grande di circa 3/4 dell'insieme, con cui, accuratamente fodereremo uno stampo copiosamente imburrato, che poi riempiremo con l'impasto preparato appositamente per il ripieno, avendo infine la cura di ricoprirlo con fette molto sottili di Emmenthal, circa 50 grammi, quasi da fare al tutto una specie di tetto di protezione ed, a conclusione, completeremo con l'altro terzo della pasta che verrà posta, sul tutto, a mò di coperchio.
Una volta completata, bagneremo con una pennellessa intrisa di rosso d'uovo il coperchio della ''torta''
che metteremo in forno, a circa 180 gradi a cuocere per un minimo di 45 minuti; se il ''coperchio'' tendesse a scurire troppo avremo l'accortezza di proteggerlo con un foglio di carta d'alluminio in modo che non prenda troppo colore.
Il vino d'accompagnamento preferito per questo genere di torte risulta, quasi sempre un bianco fresco.
pare addirittura consigliata da quel genio della cucina che fu Bartolomeo Scappi.
Si prepara per prima cosa un impasto con 300 grammi di farina, 60 grammi di burro fresco, due uova intere, una presa di zafferano (dose a piacere) un pizzico di sale un sentore di pepe.
Una volta preparata metteremo questa pasta al fresco, addirittura in frigorifero, per una buona mezz'ora.
In un tegame, possibilmente di coccio, prepareremo gli ingredienti e precisamente: circa 500 grammi di fave fresche sgusciate; oggi potremo usare tranquillamente quelle surgelate, anche fuori stagione purché non troppi grandi.
Le fave verranno messe a cuocere con poca acqua salata e un trito, piuttosto abbondante, di prosciutto né grasso né magro.
A parte mescoleremo 300 grammi di ricotta freschissima con 100 grammi di formaggio parmigiano grattugiato e 50 grammi di Emmenthal tagliato a cubetti insieme a 2 uova intere freschissime che avremo accuratamente sbattuto.
Una volta che le fave saranno cotte, dopo aver fatto ritirare, quasi del tutto, il loro liquido di cottura le mescoleremo ai latticini.
Avremo diviso in due porzioni la pasta a suo tempo preparata: una più grande di circa 3/4 dell'insieme, con cui, accuratamente fodereremo uno stampo copiosamente imburrato, che poi riempiremo con l'impasto preparato appositamente per il ripieno, avendo infine la cura di ricoprirlo con fette molto sottili di Emmenthal, circa 50 grammi, quasi da fare al tutto una specie di tetto di protezione ed, a conclusione, completeremo con l'altro terzo della pasta che verrà posta, sul tutto, a mò di coperchio.
Una volta completata, bagneremo con una pennellessa intrisa di rosso d'uovo il coperchio della ''torta''
che metteremo in forno, a circa 180 gradi a cuocere per un minimo di 45 minuti; se il ''coperchio'' tendesse a scurire troppo avremo l'accortezza di proteggerlo con un foglio di carta d'alluminio in modo che non prenda troppo colore.
Il vino d'accompagnamento preferito per questo genere di torte risulta, quasi sempre un bianco fresco.