I VINI DI NICCHIA,
Sono quei vini autoctoni, sparsi qua e la per l'Italia e per la produzione dei quali si rispettano rigidamente gli antichi disciplinari.
Sono zone piccole, dotate di un terroir ed un micro clima unici, fuori dai quali non sarebbe possibile ripetere le stesse esperienze enologiche.
Le limitate produzioni, li rendono vini poco accessibili, rari da trovare e magari anche un po' costosi, comunque sia, per molti di questi, vale la pena di spendere qualche euro in più e vivere un momento che ci porterà sicuramente in un mondo pieno di fascino e di atmosfera.
Il primo che voglio presentavi e L'Ansonica dell'Isola del Giglio anche detto;Vino Ansonaco
Vigneti Giglio
Il vino Ansonaco, come viene pronunciato dai Gigliesi, o Ansonico, come è scritto nelle etichette delle bottiglie in vendita, o pure Ansonica come il proprio nome del vitigno non è un vino da "signorine" come dicono da queste parti.
L'Ansonaco dell'Isola del Giglio è un vino con un bel colore ambrato carico, di elevata gradazione (fino ai 16°/17°) e dal corpo robusto. Il sapore è asciutto e leggermente asprigno.
Il vino dell'isola viene coltivato nei minuscoli terrazzamenti a picco sul mare dell'Isola del Giglio fin dai tempi antichi. Viene prodotto con un 90% di uva autoctona Ansonica cui viene aggiunto un 10% di Biancone, Moscatello, Malvasia e Procanico. I sistemi di coltivazione sono gli stessi di duemila anni fa e la vinificazione viene effettuata senza aggiunta di stabilizzatori o filtrazioni (in questo vino c'è solo uva!) - in alcune cantine viene addirittura pigiata ancora con i piedi!
Mentre la produzione al Giglio un tempo era abbondantissima e esisteva una florida esportazione, con l'arrivo del turismo è stata abbandonata non solo l'agricoltura ma anche la viticoltura.
Oggi solo pochissimi persone all'Isola del Giglio curano i loro piccoli vigneti, dove produce vino per il proprio fabbisogno.
I Palmenti
I vigneti sono sparsi sui versanti terrazzati dell'Isola del Giglio dove spiccano le curiose costruzioni dei palmenti (costruiti nei secoli 1500 - 1700), strutture di modeste dimensioni destinate alla pigiatura dell'uva. All'interno di una sorta di edicola in muratura si trovano uno o più vasche, non di rado scolpite direttamente negli affioramenti di granito.
Nella prima l'uva veniva pigiata con i piedi, nella seconda, posta più in basso e
collegata mediante un foro detto cucchione , si raccoglieva il mosto.
Attraverso un secondo foro, posto nel punto più basso del palmento, si procedeva al recupero del liquido in otri in pelle di capra che poi venivano con l'asino portati nelle cantine.
Questo sistema risparmiava ai contadini il trasporto dell'uva fino al paese, consentendo loro di ricavare il mosto in prossimità dei punti di vendemmia.
Per assaggiare il vero vino dell'Isola del Giglio o comprarne una bottiglia troverete al Giglio Castello alcune cantine in cui degustare il genuino e autentico vino dell'Isola del Giglio.
Per esempio, la cantina di Gioacchino,
che si trova vicino al Ristorante da Santi in Via Volta o quella di Giuseppe Danei, in Via Bianchi.
Da: I Nobili della Massetta
Sono quei vini autoctoni, sparsi qua e la per l'Italia e per la produzione dei quali si rispettano rigidamente gli antichi disciplinari.
Sono zone piccole, dotate di un terroir ed un micro clima unici, fuori dai quali non sarebbe possibile ripetere le stesse esperienze enologiche.
Le limitate produzioni, li rendono vini poco accessibili, rari da trovare e magari anche un po' costosi, comunque sia, per molti di questi, vale la pena di spendere qualche euro in più e vivere un momento che ci porterà sicuramente in un mondo pieno di fascino e di atmosfera.
Il primo che voglio presentavi e L'Ansonica dell'Isola del Giglio anche detto;Vino Ansonaco
Vigneti Giglio
Il vino Ansonaco, come viene pronunciato dai Gigliesi, o Ansonico, come è scritto nelle etichette delle bottiglie in vendita, o pure Ansonica come il proprio nome del vitigno non è un vino da "signorine" come dicono da queste parti.
L'Ansonaco dell'Isola del Giglio è un vino con un bel colore ambrato carico, di elevata gradazione (fino ai 16°/17°) e dal corpo robusto. Il sapore è asciutto e leggermente asprigno.
Il vino dell'isola viene coltivato nei minuscoli terrazzamenti a picco sul mare dell'Isola del Giglio fin dai tempi antichi. Viene prodotto con un 90% di uva autoctona Ansonica cui viene aggiunto un 10% di Biancone, Moscatello, Malvasia e Procanico. I sistemi di coltivazione sono gli stessi di duemila anni fa e la vinificazione viene effettuata senza aggiunta di stabilizzatori o filtrazioni (in questo vino c'è solo uva!) - in alcune cantine viene addirittura pigiata ancora con i piedi!
Mentre la produzione al Giglio un tempo era abbondantissima e esisteva una florida esportazione, con l'arrivo del turismo è stata abbandonata non solo l'agricoltura ma anche la viticoltura.
Oggi solo pochissimi persone all'Isola del Giglio curano i loro piccoli vigneti, dove produce vino per il proprio fabbisogno.
I Palmenti
I vigneti sono sparsi sui versanti terrazzati dell'Isola del Giglio dove spiccano le curiose costruzioni dei palmenti (costruiti nei secoli 1500 - 1700), strutture di modeste dimensioni destinate alla pigiatura dell'uva. All'interno di una sorta di edicola in muratura si trovano uno o più vasche, non di rado scolpite direttamente negli affioramenti di granito.
Nella prima l'uva veniva pigiata con i piedi, nella seconda, posta più in basso e
collegata mediante un foro detto cucchione , si raccoglieva il mosto.
Attraverso un secondo foro, posto nel punto più basso del palmento, si procedeva al recupero del liquido in otri in pelle di capra che poi venivano con l'asino portati nelle cantine.
Questo sistema risparmiava ai contadini il trasporto dell'uva fino al paese, consentendo loro di ricavare il mosto in prossimità dei punti di vendemmia.
Per assaggiare il vero vino dell'Isola del Giglio o comprarne una bottiglia troverete al Giglio Castello alcune cantine in cui degustare il genuino e autentico vino dell'Isola del Giglio.
Per esempio, la cantina di Gioacchino,
che si trova vicino al Ristorante da Santi in Via Volta o quella di Giuseppe Danei, in Via Bianchi.
Da: I Nobili della Massetta