sabato 27 luglio 2013

Gelato allo zenzero e cannella

Ingredienti:
  • ml. 400 di panna fresca da montare
  • ml. 300 di latte intero
  • 8 cucchiai  di zucchero di canna
  • 6 cucchiaini di zenzero in polvere
  • 6 cucchiaini di cannella in polvere
(naturalmente potete variare la quantità delle spezie a vostro gusto)

Preparazione:
Riscaldate il latte con lo zucchero di canna in una casseruola piccola, 
mescolate bene fino a quando lo zucchero sarà completamente sciolto. 
Aggiungete la cannella e lo zenzero in polvere facendo attenzione 
che non si formino grumi. 
Raffreddate completamente il composto ottenuto.
Aggiungete quindi la panna  e mescolate bene. 
Versare il tutto nella gelatiera e lasciare rapprendere il gelato.

Gelato al miele e lavanda (senza gelatiera)

Ingredienti:


  • • g. 100  di zucchero
  • • 2 tuorli
  • • 2 cucchiai di miele di acacia o di lavanda
  • • 1 cucchiaio di fiori di lavanda essiccati
  • • 1 cucchiaino di fiori di lavanda freschi
  • • 1 cucchiaio di gin
  • • dl.  2,5 di panna
  • • dl.  2,5 di latte
  • • sale

Montate i tuorli con lo zucchero e un pizzico di sale, sino a ottenere un composto 
cremoso color paglierino, poi versatevi lentamente il composto di latte e panna, 
unite il gin e mescolate.

Versate la preparazione nel recipiente di acciaio ben freddo senza colmarlo totalmente, 

chiudete e mettetelo nuovamente nel freezer e lasciatevelo per circa 1 ora.

Estraete la vaschetta e mescolate energicamente il gelato, 

quindi riponetelo ancora nel freezer e lasciatelo rassodare per un'altra ora.

Estraetelo ancora una volta, mescolatelo nuovamente e rimettetelo a rassodare: 

il gelato sarà pronto dopo circa 4 ore di freezer.
Naturalmente se possedete la gelatiera eliminate i passaggi.

Salmorejo

Di: Errica Tamani
Una formula giocata sulla combinazione di pochi ingredienti 

d’impronta mediterranea, 
a noi italiani ben noti, costituisce la base di una zuppa spagnola 
ideale contro il caldo dell’estate. 
Non parliamo del noto gazpacho, ma del meno conosciuto salmorejo. 
La famiglia d’origine pare quella delle cosiddette zuppe di pane del Mediterraneo, 
cui l’aggiunta di pomodoro ha tirato la volata sulla strada del gusto.
Fatto inizialmente con mortaio e pestello, oggi, nella sua versione moderna, 
il salmorejo, la cui patria riconosciuta è la città di Cordova, 
in Andalusia (salmorejo Cordobés) si avvale del contributo 
prezioso del frullatore a immersione 
che gli conferisce una consistenza cremosa e setosa che lo ascrive 
al regno delle emulsioni distinguendolo 
così dal famoso gazpacho che invece si configura piuttosto come una zuppa fredda.
In verità gazpacho (anch’esso andaluso) e salmorejo si differenziano 
anche per gli ingredienti delle rispettive ricette: 
nel primo:
pane, cipolla, pomodoro, cetriolo, pepe, sale, aceto, aglio e acqua; 
nel secondo: 
pane, aglio, sale, aceto e pomodoro. 
Inoltre, anche la guarnizione è elemento che segna una linea di confine tra le due preparazioni andaluse: 
nel salmorejo di Cordova, non possono mancare spicchi di uova sode e 
prosciutto tritato (Jamón Serrano), mentre nel gazpacho 
non sono indispensabili i dadini di cetriolo crudo, 
o di pane (normale o tostato), di peperone e la cipolla. 
Probabilmente però entrambi i piatti hanno origini contadine e 
sono nati come cibi per contrastare la calura estiva del Sud.
La semplicità della ricetta salmorejo 
non vuol dire che la riuscita del piatto sia facile da ottenere. 
Certamente a giocare un ruolo fondamentale è la qualità degli ingredienti, 
ma contano anche le proporzioni e la temperatura adeguata, 
senza considerare che anche i contenitori in cui andrà servito hanno il suo perché: 
in genere si opta per tazze di porcellana o terracotta. 

Ecco gli ingredienti secondo la Confraternita del salmorejo: 
  • 1 kg di pomodori
  • g. 200  di pane raffermo
  • uno spicchio d’aglio
  • g. 100  di olio extravergine 
  • g. 10  di sale

 Iniziando la lavorazione come una volta, per prima cosa si mette la mollica di pane in acqua, 
la si lascia inzuppare per bene e poi la si strizza. 
Si pone il sale con l’aglio sbucciato nel mortaio pestandolo finché sarà ben tritato, 
poi i pomodori già ben privati della pelle, puliti dai semi e tagliati, 
e si continua a schiacciare, poi si aggiunge il pane, l’olio, 
mentre si pesta il tutto nel mortaio contro le pareti lentamente.
Una volta che questo processo è completato, 
ormai scende in campo il frullatore a immersione per creare la famigerata emulsione 
(c’è chi parte direttamente da questo, inserendo nel bicchiere del mixer olio, 
pane, pomodori pelati e privati dei semi, aglio sbucciato e sale e 
frullando per un minuto fino a che si avrà un composto amalgamato).  
La dose giusta a persona dovrebbe essere l’equivalente di 12 cucchiai da tavola, 
messi in una ciotola di terracotta e guarniti con pezzetti di uova sode e prosciutto.

venerdì 26 luglio 2013

Spezie, oli e erbe aromatiche per allontanare le mosche

Le mosche sono fastidiose, 
ma si possono allontanare senza usare metodi cruenti.

L'olio essenziale di eucalipto è molto sgradito a mosche e zanzare.
Basta versarlo in un brucia essenze e diluirlo con acqua.
Le mosche non amano l'odore del pepe, dei chiodi di garofano, 
sopratutto accompagnato dal profumo del limone.
Il basilico, si può tenere in un vasetto vicino alla cucina.
Questi sono metodi naturali per tenere lontano gli ospiti indesiderati,
di certo meglio dei pesticidi o altri sistemi drastici.

Gelato al gorgonzola dolce


          Ingredienti:
    • g. 400  gorgonzola dolce
    • ml. 500  latte crudo di giornata (possibilmente)
    • ml. 250 di panna fresca
    • 2 cucchiai di zucchero
    • 4 cucchiai di acqua
    • Preparazione:
    • Tagliate a fette il formaggio e 
    • ponetelo in una casseruola con il latte a fiamma molto bassa, mescolate fino al raggiungimento cremoso.
    • Fate sciogliere lo zucchero con 4 cucchiai di acqua (sciroppo) sul fuoco e lasciate raffreddare.
    • Miscelate le due preparazioni, passatele ad un passino, lasciate raffreddare, unitevi la panna, ponete in frigorifero.
    • Versate il composto ottenuto nella gelatiera.



          giovedì 25 luglio 2013

          Gelato ai chiodi di garofano

          Gelato:

          • 6 tuorli
          • ml. 500 di latte
          • g. 100 zucchero
          • 10 chiodi di garofano
          • vanillina.
          Guarnizione:
          • g. 750 vino rosso
          • g. 150 zucchero
          • 6 pesche
          • limone
          • chiodi di garofano
          Preparazione
          Gelato: 
          Mescolate, in una ciotola i tuorli e lo zucchero; 
          stemperate il composto con il latte caldo (non bollente), 
          quindi portate la crema su fuoco moderatissimo, 
          aromatizzatela con 5 chiodi di garofano e fatela addensare leggermente, 
          badando che non prenda il bollore, altrimenti impazzisce.
          Passate la crema al setaccio conico, 
          aromatizzatela con mezza bustina di vanillina e 
          con i chiodi di garofano rimasti, 
          pestati in polvere fine, 
          quindi trasferitela nella gelatiera e avviate l’apparecchio.
          Guarnizione:
          Fate bollire il vino insieme con lo zucchero, 
          5 chiodi di garofano e una buccia di limone, 
          finché il tutto si sarà ridotto a sciroppo in cui immergere le pesche pelate, 
          spaccate a metà, snocciolate, da cuocere per 10 minuti circa.
          Per servire, ricomponete le pesche nei piatti da porzione, 
          aggiungete il gelato, 
          irrorate con il vino sciroppato delle pesche e guarnite a piacere.


          I chiodi di garofano possono essere utilizzati al posto degli antiossidanti 

          di sintesi usati 
          nell’industria alimentare per “allungare la vita” dei cibi. 
          Queste sostanze, infatti, agiscono contrastando l’ossidazione dei grassi, 
          il meccanismo chiave che porta al deterioramento degli alimenti.
          I chiodi di garofano e noci moscate, insieme al pepe, 
          entrarono per secoli nella composizione di molti medicinali 
          che gli speziali e i farmacisti preparavano nelle loro botteghe 
          su indicazione dei medici. 
          Al di là del fascino esotico che da sempre è stato loro associato, 
          è indubbio che queste spezie sono dotate anche di alcune 
          proprietà medicinali non comuni.
          Sebbene i chiodi di garofano e 
          le noci moscate non siano neppure lontanamente parenti 
          dal punto di vista botanico, i loro componenti principali sono molto simili:
           l’olio essenziale di garofano contiene Eugenolo, quello di noce moscata contiene Isoeugenolo.
          Il loro impiego è molto vario, vengono utilizzati come aromatizzanti per brodi,
           sughi, carni, verdure, dolci, creme, vini e liquori. 
          L’ aroma è piuttosto caratteristico e pungente, il sapore è dolciastro, 
          con una punta di amarognolo.
          Da: NonnaPaperina

          mercoledì 24 luglio 2013

          Liquore ai fichi d'india

          Ingredienti
          • 10 fichi d’india siciliani ben rossi
          • 1 lt. di alcool di frutta (buongusto di solito)
          • 1 lt. di acqua
          • 500 gr. di zucchero

          Preparazione
          Con coltello e forchetta praticate una incisione per il lungo del fico d’india (messicano d’origine) ed asportate i due fondelli.
          Scalzate la buccia dal fico e mettetela assieme ai fondelli.
          La polpa la servite fredda a parenti ed amici, le bucce le mettete a macerare in alcool puro per due o più giorni. 

          Passato questo tempo mettete l’acqua e lo zucchero in un tegame girando di tanto in tanto finchè tutto lo zucchero non si sia sciolto.
          Unite l’alcool allo sciroppo di zucchero trattenendo le bucce con un colino, poi filtrate il liquido di un bel rosso, imbottigliatelo meglio se in bottiglie ricoperte di stagnola, cosi’ alla buona, e tenetele in frigorifero.
          Servitelo ben ghiacciato ed appena fatto perché nel tempo perde la colorazione rossa, diventa dopo qualche giorno prima arancio, poi giallo e poi smorto. 

          Il sapore non ne risente ma la vista si’!!!

          Presentazione
          Per festeggiare la DOP dei fichi d’india etnei ho rispolverato questa vecchia ricetta siciliana che farà rabbrividire gli isolani per la quantità di zucchero che e’ la meta’ della ricetta originaria e per la poca acqua suggerita. 
          Non me ne vogliano ma per me il “fichissimo” propostomi a Partanna Mondello era troppo sciropposo e poco alcoolico per i miei gusti.

          Da: Stile in cucina.it  Di : Cosma