Digestivo Tonificante
Quando assaggiai per la prima volta il Sangiuva’, mi resi conto che non era il classico nocino, era molto di più!
Mi fu presentato come ricetta pugliese segreta a base di noci fresche. Avendone apprezzato il sapore intenso e avendo beneficiato delle sue proprietà tonificanti, ne chiesi insistentemente la ricetta, anche se segreta. Dopo un lungo corteggiamento, venni finalmente in possesso di questo delizioso segreto che giunge dal profondo della Puglia, e siccome io non sono geloso del mio sapere, ecco a voi le istruzioni per realizzare il Sangiuva’!
Cominciamo con il dire che la ricetta non è semplicissima e chi me l’ha data l’ha sempre realizzata in quantità notevoli, ma sono certo che con un po’ di prove tutti potranno trovare la propria versione.
Questa ricetta, secondo la tradizone popolare o meglio la leggenda, prevede l’utilizzo di noci fresche e andrebbe realizzata il giorno di San Giovanni e cioè il 23 giugno. Per quanto mi riguarda le credenze popolari lasciano il tempo che trovano a meno che non siano supportate da fatti certti e in questo caso, l’unico fatto certo, è che le noci in quel periodo sono ancora fresche, poi la tradizione, ma anche la poesia, fanno il resto e da qui nasce il nome: Sangiuva’.
Elenco degli ingredienti:
Dalla seconda fase otterremo il secondo estratto, ecco come.
Il primo estratto ha un sapore molto forte e quindi è più indicato per palati abituati a questo tipo di digestivi, invece il secondo estratto, anche in virtù dei due litri d’acqua disciolti in esso, ha un gusto più morbido.
C’è anche da dire che le quantità degli ingredienti sono importanti e con il tempo si imparerà a dosarle secondo i propri gusti.
Avrete notato che da questa ricetta si ottengono circa 8/9 litri di digestivo, una quantità notevole, quindi utilizzarlo per confezionare regali non è una cattiva idea.
Credo però che si possano ridurre in proporzione gli ingredienti e ottenere quantità più abbordabili, ma mi è stato sconsigliato vivamente dal mio amcio che ha tramandato questa ricetta. La mia impressione però è che questo fosse un po’ troppo rigido nel seguire le regole che vengono da una tradizione popolare non basata sulla scientificità ma solo su credenze popolari legate a numeri e ricorrenze mischiando sacro e profano, ritengo quindi che si possa anche sperimentare una riduzione proporzionale degli ingredienti e rendere la ricetta più semplice.
Che dire allora, buon esperimento e fateci sapere!
Dal Web
Quando assaggiai per la prima volta il Sangiuva’, mi resi conto che non era il classico nocino, era molto di più!
Mi fu presentato come ricetta pugliese segreta a base di noci fresche. Avendone apprezzato il sapore intenso e avendo beneficiato delle sue proprietà tonificanti, ne chiesi insistentemente la ricetta, anche se segreta. Dopo un lungo corteggiamento, venni finalmente in possesso di questo delizioso segreto che giunge dal profondo della Puglia, e siccome io non sono geloso del mio sapere, ecco a voi le istruzioni per realizzare il Sangiuva’!
Cominciamo con il dire che la ricetta non è semplicissima e chi me l’ha data l’ha sempre realizzata in quantità notevoli, ma sono certo che con un po’ di prove tutti potranno trovare la propria versione.
Questa ricetta, secondo la tradizone popolare o meglio la leggenda, prevede l’utilizzo di noci fresche e andrebbe realizzata il giorno di San Giovanni e cioè il 23 giugno. Per quanto mi riguarda le credenze popolari lasciano il tempo che trovano a meno che non siano supportate da fatti certti e in questo caso, l’unico fatto certo, è che le noci in quel periodo sono ancora fresche, poi la tradizione, ma anche la poesia, fanno il resto e da qui nasce il nome: Sangiuva’.
Elenco degli ingredienti:
- 6 l di alcool puro oppure di grappa di buona qualità oppure un mix tra i due (per addolcire un po’ il carattere decisamente forte di questo digestivo)
- 33 noci fresche con la buccia (o 23, come il giorno della ricorrenza, secondo alcune versioni)
- 21 foglie d’alloro (questo ingrediente ha una grande importanza viste le sue eccellenti proprietà)
- alcuni chiodi di garofano (non esagerare, io direi che otto siano più che sufficienti, in quanto hanno un gusto molto prepotente)
- 1 bastoncino di cannella
- 9 limoni
- 2/3 noci moscate
- 500 g di caffè in chicchi
- ATTREZZATURA: due damigiane da 5 litri con imboccatura larga, un colino a trama fitta, due panni di stoffa puliti per filtrare
- al momento delle colature e imbottigliature: 1.5 kg di zucchero di canna
- lavare accuratamente una damigiana da 5 litri
- tagliare le noci fesche in 4 parti ognuna senza togliere la buccia
- grattuggiare il bastoncino di cannella
- lavare accuratamente i limoni e poi tagliarli a spicchi senza togliere la buccia
- frantumare le noci moscate
- mettete tutti gli ingredienti nella damigiana e chiudetela ma con soli 3 litri di alcool o grappa o un mix tra i due
- lasciatela 40 giorni a riposo, avendo cura di dargli un’agitatina al giorno
- dopo i 40 giorni di riposo, colate il contenuto liquido nella seconda damigiana e otterrete il primo estratto. Aiutatevi con un colino dalla trama stretta
- sciogliete 500 g di zucchero di canna in un litro d’acqua e unitelo al primo estratto
- filtrate il primo estratto in una pentola grande e piatta con l’aiuto un panno pulito per renderlo limpido
- copritelo con un coperchio che lasci passare l’aria per una giornata e poi imbottigliatelo
- SUGGERIMENTO: se acquistate delle bottiglie piccole potrete realizzare delle confezioni da regalare agli amici
Dalla seconda fase otterremo il secondo estratto, ecco come.
- dopo il travaso del primo estratto, vi rimarranno nella prima damigiana tutti gli ingredienti, aggiungetegli i restanti 3 litri di alcool e/o grappa e un litro di acqua in cui avrete sciolto 500 g di zucchero di canna
- lasciate a riposo per almeno 15 giorni, massimo 20
- agitate una volta al giorno la damigiana
- a questo punto siete pronti per la seconda colatura, ma prima di farlo aggiungete ancora un litro d’acqua in cui avrete sciolto 500 g di zucchero di canna
- colate il liquido nell’altra damigiana
- recuperate gli ingredienti iniziali e spremeteli con un guanto poi unite il liquido ottenuto con quello appena colato, questo è il secondo estratto
- filtrate il secondo estratto con un panno pulito in una pentola larga e bassa e poi coprite con un coperchio che lasci passare aria
- il giorno successivo potrete imbottigliare
Il primo estratto ha un sapore molto forte e quindi è più indicato per palati abituati a questo tipo di digestivi, invece il secondo estratto, anche in virtù dei due litri d’acqua disciolti in esso, ha un gusto più morbido.
C’è anche da dire che le quantità degli ingredienti sono importanti e con il tempo si imparerà a dosarle secondo i propri gusti.
Avrete notato che da questa ricetta si ottengono circa 8/9 litri di digestivo, una quantità notevole, quindi utilizzarlo per confezionare regali non è una cattiva idea.
Credo però che si possano ridurre in proporzione gli ingredienti e ottenere quantità più abbordabili, ma mi è stato sconsigliato vivamente dal mio amcio che ha tramandato questa ricetta. La mia impressione però è che questo fosse un po’ troppo rigido nel seguire le regole che vengono da una tradizione popolare non basata sulla scientificità ma solo su credenze popolari legate a numeri e ricorrenze mischiando sacro e profano, ritengo quindi che si possa anche sperimentare una riduzione proporzionale degli ingredienti e rendere la ricetta più semplice.
Che dire allora, buon esperimento e fateci sapere!
Dal Web