martedì 25 giugno 2013

Quanto è 'cool' il vino Italiano

Quanto è 'cool' il vino italiano!! Peccato che si beva ormai soprattutto all'estero. 
I produttori italiani vedono, infatti, nell'export in continua crescita (l'Italia è la primi a livello mondiale +6 per cento nel 2012 rispetto al 2011) l'unica alternativa alla stagnazione delle vendite sul mercato domestico penalizzato dalla crisi economica. 
L'analisi di questa tendenza è stata analizzata durante Vinitaly, la rassegna internazionale di riferimento del settore appena conclusa, dove è emerso che il consumo quotidiano di vino nel Bel Paese diminuisce costantemente, facendo registrare anche se con nuove tendenze che legano il nettare di Bacco Made in Italy ai riti della vita moderna, al glamour mondano e alla cultura.

CALA IL CONSUMO INTERNO. 

Secondo i dati OIV l'Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino resi proprio a Vinitaly, il calo dei consumi interni ha portato nel 2012 a 37,2 litri pro capite all'anno, con una riduzione del 14 dal 2008. 
I fattori che hanno contribuito a questa diminuzione sono vari: la crisi ha sicuramente inferto un durissimo colpo alla domanda nei ristoranti, ma a questa si aggiungono come ulteriore deterrente le severe leggi in materia di limiti alcolici consentiti. 
Poi, più in generale, gli italiani bevono meno a tavola per ragioni legate alla salute e alla dieta.

TRA STUZZICHINI E FINGER FOOD IL VINO È PROTAGINISTA DELL'HAPPY HOUR. 

Bere un bicchiere di buon vino sì, ma non più a cena bensì solo nelle occasioni speciali. 
In compagnia è l'aperitivo a trainare i consumi mentre, da solo o mixato in cocktail, con un posto d'onore per le bollicine, il vino diventa il perfetto protagonista dell'happy hour. 
Uno, due o tre calici di vino diventano così l'accompagnamento ideale, anche da un punto di vista economico, per una vera e propria cena low cost, composta da stuzzichini e finger food, o servita in ricchi buffet. 
Al contrario, da un punto di vista di immagine e promozione, il mondo del vino italiano non sembra puntare sulla quotidianità: preferisce scoprire il suo glamour, diventando protagonista di degustazioni ed happening in location di grande impatto, in Italia e nel mondo.

DALL'ITALIA ALLE 'BRIC', UN POTENZIALE MERCATO DA CONQUISTARE.

 Brasile, Russia, India e Cina, sono i Paesi emergenti soprannominati 'BRIC' l'attuale potenziale bacino di miliardi di consumatori del nettare di Bacco Made in Italy. 
Un mercato straniero da conquistare, in linea con i dati che vogliono l'export di vino in aumento, ma non facile da conquistare sia perché in alcuni casi si tratta di Paesi in cui il vino non fa parte della tradizione alimentare, sia perché il Made in Italy si deve scontrare con competitor internazionali particolarmente agguerriti. Nonostante questo, la rivista Wine news.it ha stilato l'identikit dei nuovi consumatori mondiali dei potenziali mercati di riferimento del futuro.

NEL VINO COME NELLA MODA: I CINESI ALLA RICERCA DELLA GRIFFE. 

Brunello di Montalcino e Barolo come Valentino e Prada. 
Nel vino come nella moda i cinesi ricercano le griffe, con l’idea di status symbol e lusso. 
Dal punto di vista storico-culturale, però, il consumatore con gli occhi a mandorla è pressoché estraneo al vino che è approdato in Cina solo da pochissimi anni. Ecco perché, almeno per il momento, il prodotto è destinato a una piccola nicchia di nuovi ricchi, che ricercano un'appartenenza allo stile di vita occidentale. 
È facile intuire che è faticoso far entrare il consumo di vino nelle abitudini della classe media cinese, molto conservatrice. 
A ciò si aggiunge un'altra cosa sulla quale tutti i produttori italiani presenti in Oriente sono concordi: i tempi di reazione al vino, quello italiano in particolare, sono lenti, perché i vini-icona sono soprattutto francesi, presenti in Cina da oltre vent’anni, mentre le etichette del Bel Paese devono ancora essere conosciute.

I RUSSI OTTIMI INTENDITORI, PER UN BUON VINO SPENDONO ANCHE GRANDI CIFRE. Diverso il caso della Russia: il consumatore di vini italiani appartiene ad un target medio-alto e cosmopolita, residente in prevalenza nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo, e abituato a viaggiare, spesso in Italia. 

Anche per i russi le nostre etichette rappresentano uno status symbol, legato al lifestyle italiano. 
Grazie a frequentazioni assidue del nostro Paese, conoscono sempre più le denominazioni e i territori di casa nostra e, anche se sono disposti a spendere grandi cifre, lo fanno sempre più con cognizione di causa: amano sfoggiare, quindi, ma non sono disponibili a farsi ingannare.

IL VINO ITALIANO OSPITE DI RIGUARDO IN BRASILE…MA È ANCORA TROPPO CARO. 

Sarà per la vicinanza culturale con l'Italia grazie ai molti immigrati del Bel Paese che lì hanno deciso di vivere, sta di fatto che l'interesse per il vino in Brasile cresce lentamente, ma con costanza e gode di un'immagine privilegiata tra i consumatori. 
L'Italia, infatti, è il quarto esportatore nel Paese verdeoro con una quota di mercato del 14 per cento circa e con il vino toscano che fa la parte del leone, il Chianti in particolare, ma sono molto diffusi anche Prosecco e Lambrusco.
 A berlo sono sicuramente la nicchia dei più abbienti, ma anche la nuova classe media, che prima non esisteva e che oggi è sempre più informata e preparata. 
Rimane invece totalmente estranea al consumo di vino la grande massa della popolazione. 
Resta una criticità il pesante sistema di dazi che rende il mercato verdeoro tra più cari al mondo.

NETTARE DI BACCO SOLO PER RICCHI, IN INDIA IL VINO ITALIANO SI BEVE SOLO NEGLI HOTEL DI LUSSO. 

Quello dell'India è un mercato che si è appena aperto al vino, e in cui il target dei consumatori è in espansione, anche se ancora di nicchia, soprattutto a causa di un elevatissimo sistema di tassazione che seleziona i potenziali acquirenti, appartenenti ad una classe economica di livello molto alto. 
Anche qui il vino si ordina e si beve soprattutto nei ristoranti e negli hotel di lusso, ma grazie alla lunga tradizione coloniale di stampo anglosassone le abitudini occidentali sono, rispetto alla Cina, molto più diffuse ed accettate.
Da: I Nobili della Massetta