Celebrità e rarità enologiche piemontesi
In genere quando si parla della produzione enologica piemontese il pensiero corre subito a realtà quali quelle delle province di Cuneo, Asti e Alessandria.
Forse non molti sanno che subito dopo, in ordine di importanza, si colloca la provincia di Torino, quarta realtà regionale, quinta realtà nazionale per superficie coltivata in territori montani, con peculiarità enologiche di particolare prestigio.
E’ infatti qui che troviamo denominazioni storiche quali Caluso,
con il suo vitigno Erbaluce e i suoi vini bianchi nelle versioni secco, passito e spumante,
e Carema, con il suo rosso da uve Nebbiolo.
Ma come non ricordare Chieri e il suo Freisa e le tante altre autentiche rarità autoctone.
Sapevate, per esempio, che nel Pinerolese esiste una varietà che si chiama Doux D’Henry, che pare debba il suo nome a Enrico IV, re di Francia, che lo apprezzò in maniera particolare in occasione di una sua visita nella zona? Avete mai sentito parlare del Cari o Pelaverga varietà molto diffusa un tempo in Piemonte poi quasi dimenticata e oggi nuovamente riscoperta sulla collina torinese?
E l’Avanà, il Ramie, il Becuet, li avete mai sentiti? Sappiate che alcune di loro saranno protagoniste delle degustazioni del 10 ottobre prossimo a Grugliasco, all’interno dell’appuntamento “Vino e Giovani”.
Da: I Nobili della Massetta
In genere quando si parla della produzione enologica piemontese il pensiero corre subito a realtà quali quelle delle province di Cuneo, Asti e Alessandria.
Forse non molti sanno che subito dopo, in ordine di importanza, si colloca la provincia di Torino, quarta realtà regionale, quinta realtà nazionale per superficie coltivata in territori montani, con peculiarità enologiche di particolare prestigio.
E’ infatti qui che troviamo denominazioni storiche quali Caluso,
con il suo vitigno Erbaluce e i suoi vini bianchi nelle versioni secco, passito e spumante,
e Carema, con il suo rosso da uve Nebbiolo.
Ma come non ricordare Chieri e il suo Freisa e le tante altre autentiche rarità autoctone.
Sapevate, per esempio, che nel Pinerolese esiste una varietà che si chiama Doux D’Henry, che pare debba il suo nome a Enrico IV, re di Francia, che lo apprezzò in maniera particolare in occasione di una sua visita nella zona? Avete mai sentito parlare del Cari o Pelaverga varietà molto diffusa un tempo in Piemonte poi quasi dimenticata e oggi nuovamente riscoperta sulla collina torinese?
E l’Avanà, il Ramie, il Becuet, li avete mai sentiti? Sappiate che alcune di loro saranno protagoniste delle degustazioni del 10 ottobre prossimo a Grugliasco, all’interno dell’appuntamento “Vino e Giovani”.
Da: I Nobili della Massetta