sabato 24 novembre 2012

Frittelle de pome de Dante Alighieri


Dante Alighieri (1265-1321)
Dante Alighieri (1265-1321)
Dante Alighieri
Sappiamo che il Sommo poeta, indossando il locco rosso, era iscritto all’arte degli speziali una delle più importanti del tempo. Non è dato conoscere se questa sua aspirazione fosse dovuta all’amore per la medicina o per gli aromi gastronomici. Nel girone dei golosi della Divina Commedia non si trovano dettagliati riferimenti culinari. Però alcune strofe del canto XXII del Purgatorio ci lasciano intravedere l’ esaltazione dei frutti del melo.

Ma tosto ruppe le dolci ragioni
un alber che trovammo in mezza strada,
con pomi a odorar soavi e buoni;

e come abete in alto si digrada
di ramo in ramo, così quello in giuso,
cred’io, perché persone su non vada.

Dal lato onde il cammin nostro era chiuso,
cadea de l’alta roccia un liquor chiaro
e si spandeva per le foglie suso.

Li due poeti a l’alber s’appressaro;
e una voce per entro le fronda
gridò: .


Dopo questa lettura ci siamo “immaginati” che Dante potesse aver gustato delle prelibate frittelle di mele.
“Toy le pome e mondalle, poi taia a modo de hostie e fa sugolo de farina con sufran, e mitige uva passa, e miti queste pome in questo sugolo; po’ le frige con olio zascuna per si, polverizzali zucharo quando eno cocto”.

Ridurre le mele sbucciate in fette sottili.
Preparare una specie di pastella con acqua farina e zafferano.
Metterci l’uva passa, intingerci le fette di mele e poi friggerle in olio.
Spolverizzarle di zucchero prima di degustare.

Da:Taccuini Storici