martedì 1 luglio 2014

I mille curry dell’isola

Un intreccio di influenze, profumi e suggestioni diversissime. Molto legata ai sapori dell’India meridionale, la cucina dello Sri Lanka ha qualcosa delle tradizioni mediorientali, grazie ai moors, un gruppo etnico di lontane origini arabe, ma ha anche più di una ricetta ereditata dal passato coloniale.
Di origini olandesi, per esempio, è il lamprais, riso bollito con curry, arricchito dafrikkadels, polpettine, e poi avvolto in foglie di banano, mentre il bolo fiado, una torta a strati, viene dalla tradizione portoghese. Ogni pasto ruota intorno al riso, cucinato con miscele di spezie sempre diverse o con latte di cocco (in questo caso si chiama kiribath), e accompagnato da chutney, sottaceti e soprattutto pesce.
Per provare le infinite gradazioni e sfumature dei curry locali, sul sito di Travel Channel lo scrittore e cuoco Anthony Bourdain consiglia il Barefoot garden café, a Colombo, mentre, secondo il blog Gourmet chick, l’indirizzo da non perdere è Green cabin, sempre nella capitale: pollo, maiale, agnello e uova cucinati senza risparmio di peperoncino.
Per una cena più formale c’è il Gallery café, ospitato nell’ex residenza dell’architetto srilankese Geoffrey Bawa: ricette locali con un tocco internazionale. Uno dei piatti più tipici del paese – gli hoppers, barchette di farina di riso cotte in padella e poi farcite – si assaggiano al ristorante del Mohamadiya hotel, sempre a Colombo, mentre per sconfiggere i postumi di una serata passata a bere arrack, il distillato più diffuso del paese, il cui nome ricorda l’arak mediorientale, Bourdain consiglia il kuttu roti dell’Hotel Pillawos, una focaccia sminuzzata e cucinata con carne, uova e verdure.
Da: Internazionale, numero 881, 21 gennaio 2011