giovedì 2 maggio 2013

Brandy Spagnolo

Brandy Spagnolo

Gli arabi furono maestri distillatori che applicarono la loro arte a vari elementi, incluso il vino, per ottenere distillati utilizzati per scopi antisettici, medicinali e di profumeria. 

La loro religione impedisce, infatti, di bere bevande alcoliche. 
Il brandy moderno nasce in Spagna nei secoli XVIII e XIX quando giunsero ad Jerez de la Frontera commercianti inglesi e francesi che unitamente ad intraprendenti spagnoli diedero vita alla caratteristica produzione del brandy spagnolo. 
Oggi il 95 per cento del brandy di Spagna esce dalle " bodegas " di Jerez con la straordinaria cifra di 67 milioni di bottiglie l‘anno, delle quali 26 milioni esportate in tutto il mondo.

Le uve utilizzate per la distillazione non vengono dai vigneti di Jerez che producono uve speciali per la produzione di sherry. 

Sono invece utilizzate uve, principalmente del vitigno " Airèn " coltivate nella Mancha che producono un vino ricco, alcolico con acidità media. 
Questa peculiarità è quasi unica dei brandy spagnoli poiché nella maggior parte dei casi per le produzioni di acquavite di vino si cercano vini leggeri di alcol e di elevata acidità. 
La distillazione avviene spesso direttamente nel luogo di produzione delle uve seguendo uno dei quattro metodi consentiti dal disciplinare dettato dal Consejo Regulador del Brandy de Jerez. 
I vini possono infatti essere distillati con metodo continuo ad una gradazione alcolica di oltre 90° oppure sempre con distillazione continua ma a gradazione alcolica più ridotta (52°-66°). Le altre due metodologie utilizzano alambicchi discontinui con singola o duplice distillazione. 
Il disciplinare spagnolo regola e nomina la distillazione delle acquaviti di vino in base alle seguenti categorie: 
Holandas, bassa gradazione alcolica inferiore a 70°, 
Aguardientes, media gradazione (70°-80°), 
Distillados de vino, alta gradazione (81°-95°). 
Al termine della distillazione il prodotto giovane viene trasportato nel magico triangolo che comprende Jerez de la Frontera, El Puerto de santa Maria e Sanlucar de Barramela per l‘invecchiamento seguendo il metodo solera. 
I barili utilizzati sono di rovere americana precedentemente utilizzati per l‘affinamento di alcuni vini sherry come Fino, Amontillado, Oloroso e Pedro Ximenez. 
Con il metodo solera avvengono molteplici travasi ed in queste fasi si aggiungono piccole quantità di vino ricco di Jerez, di Rioja oppure la mistella per donare colore, aromi, ricchezza e rotondità tipica del brandy della regione. 
Il clima ed il microclima delle bodegas provvedono ulteriormente a plasmare il brandy rendendolo caratteristico ed ineguagliabile. 
Esistono tre tipi di acquavite di vino così definiti: Brandy de Jerez Solera con un invecchiamento medio di un anno. 
Brandy de Jerez Solera Reserva con un invecchiamento medio di tre anni, Brandy de Jerez Solera Gran Reserva con un invecchiamento medio di dieci anni. 
Lasciando questa magnifica terra in provincia di Cadice ci spostiamo in questo viaggio immaginario verso nord per raggiungere Villafranca del Penèdes nella regione viticola di maggiore tradizione ed importanza della Catatonia. 
Qui troviamo la rimanente produzione di brandy spagnolo, di evidente scuola francese di Cognac, che raggiunge il 5% del consumo totale. 
I vitigni utilizzati sono Parellada che dona finezza, leggerezza ed aromi fruttati particolarmente delicati, Macabeu per la sua ricchezza con sentori di frutta e Xarel che coadiuva alla struttura del prodotto finito. 
Si aggiungono anche piccole di Folle Blanche. 
La duplice distillazione avviene in alambicchi discontinui del tipo charentais in pratica dai due produttori di Brandy de Penedès, Torres che per l‘invecchiamento segue il sistema solera utilizzando barili di rovere Limousin e Mascarò più fedele alla tradizione charentais che invecchia il proprio prodotto per almeno tre anni in barili di Limousin. 
Il brandy di Penedès è considerato a metà strada tra la finezza sottile del cognac e l‘esuberanza del brandy di Jerez. 
Non è facilmente reperibile ma annovera un buon numero di estimatori sia nella sua regione d‘origine sia tra le persone che hanno avuto il privilegio di apprezzarlo.
Da: I Nobili della Massetta