Per la pasta:
Preparate la pasta: sul piano di lavoro disponete la farina a fontana, al centro spolverizzate un pizzico di sale, versate l’olio e l’acqua nella quantità necessaria per ottenere alla fine un impasto liscio, morbido ed elastico.
Bagnate un telo da cucina, strizzatelo.
Dividete la pasta in 16 palline, quindici della grandezza di un uovo e una più grande, copritele con il telo strizzato e lasciate riposare per circa 1 ora.
Nel frattempo, tagliate in quattro i cuori di carciofo, metteteli in un tegame, cuoceteli con mezzo bicchiere d’acqua e 2 cucchiai di parmigiano grattugiato.
Quando l’acqua sarà evaporata, regolate il sale e aggiungete 50 grammi di parmigiano grattugiato.
In una terrina amalgamate la ricotta con il restante parmigiano, il cucchiaio di farina, 2 cucchiai di olio, 3 uova, sale, pepe, maggiorana e noce moscata secondo i gusti.
Per spennellare: in una ciotolina amalgamate una noce di burro ammorbidito con 2 cucchiai d’olio dove intingerete il pennellino.
Spennellate d’olio una teglia (28-30 cm di diametro).
Prendete la pallina di pasta più grande, pressatela con il pugno chiuso sul piano di lavoro leggermente infarinato, poi con il matterello tiratela a disco sottilissimo.
Con questo foderate la teglia lasciandolo fuoriuscire dal bordo.
Eseguite la stessa operazione con altre 7 palline di pasta spennellando sempre ogni strato dopo averlo sovrapposto.
Sulla superficie dell’ultimo cospargete prima i carciofi e su questi il composto di ricotta.
Con il dorso di un cucchiaio create sul ripieno di ricotta 6 fossettine simmetriche, adagiate in ciascuna una noce di burro e poi sgusciatevi un uovo.
Stendete le restanti palline di pasta a disco sottilissimo e, uno alla volta, sovrapponeteli sul ripieno pennellando sempre la loro superficie.
Ripiegate verso l’interno la pasta che fuoriesce dal bordo della teglia, formate un cordoncino di un centimetro che deve aderire bene al bordo del recipiente.
Infilate sotto gli ultimi strati di pasta una cannuccia da bibita e soffiatevi dentro in modo da far gonfi are le sfoglie.
Spennellate d’olio e burro la superficie, cuocete in forno caldo a 200° per circa 1 ora.
Se la torta scurisse troppo, copritela con carta da forno.
Ritirate, lasciate riposare alcuni minuti, trasferite la torta sul piatto da portata e servite.
Curiosità: In origine le torte pasqualine erano così grandi che, per cuocerle, si portavano nei forni pubblici, perchè in quelli casalinghi era impossibile.
Così, perché ognuno potesse riconoscere la propria, sul bordo della torta s’incidevano le iniziali di famiglia oppure una sigla.
Questa superfamosa torta, punto di riferimento della gastronomia ligure, deve il suo nome al fatto che fosse quasi obbligatoria servirla a tavola nel giorno di Pasqua.
Tradizione vuole che, in origine, le sfoglie dovessero essere 33 come gli anni di Cristo.
Poi, nel tempo, diminuirono fino a sette e, addirittura, a tre, soluzione esagerata e molto criticabile.
Note nutrizionali
Questa ricchissima torta può essere servita invece del primo piatto.
Oppure come piatto unico accompagnata da una bella insalata.
(Liguria)
- g. 750 di farina
- 1/2 dl d’olio
- sale q.b.
- 20 cuori di carciofo
- g. 700 di ricotta
- 9 uova
- g. 100 di parmigiano grattugiato
- 1 cucchiaio raso di farina
- noce moscata
- maggiorana
- burro
- olio
- sale
- pepe
Preparate la pasta: sul piano di lavoro disponete la farina a fontana, al centro spolverizzate un pizzico di sale, versate l’olio e l’acqua nella quantità necessaria per ottenere alla fine un impasto liscio, morbido ed elastico.
Bagnate un telo da cucina, strizzatelo.
Dividete la pasta in 16 palline, quindici della grandezza di un uovo e una più grande, copritele con il telo strizzato e lasciate riposare per circa 1 ora.
Nel frattempo, tagliate in quattro i cuori di carciofo, metteteli in un tegame, cuoceteli con mezzo bicchiere d’acqua e 2 cucchiai di parmigiano grattugiato.
Quando l’acqua sarà evaporata, regolate il sale e aggiungete 50 grammi di parmigiano grattugiato.
In una terrina amalgamate la ricotta con il restante parmigiano, il cucchiaio di farina, 2 cucchiai di olio, 3 uova, sale, pepe, maggiorana e noce moscata secondo i gusti.
Per spennellare: in una ciotolina amalgamate una noce di burro ammorbidito con 2 cucchiai d’olio dove intingerete il pennellino.
Spennellate d’olio una teglia (28-30 cm di diametro).
Prendete la pallina di pasta più grande, pressatela con il pugno chiuso sul piano di lavoro leggermente infarinato, poi con il matterello tiratela a disco sottilissimo.
Con questo foderate la teglia lasciandolo fuoriuscire dal bordo.
Eseguite la stessa operazione con altre 7 palline di pasta spennellando sempre ogni strato dopo averlo sovrapposto.
Sulla superficie dell’ultimo cospargete prima i carciofi e su questi il composto di ricotta.
Con il dorso di un cucchiaio create sul ripieno di ricotta 6 fossettine simmetriche, adagiate in ciascuna una noce di burro e poi sgusciatevi un uovo.
Stendete le restanti palline di pasta a disco sottilissimo e, uno alla volta, sovrapponeteli sul ripieno pennellando sempre la loro superficie.
Ripiegate verso l’interno la pasta che fuoriesce dal bordo della teglia, formate un cordoncino di un centimetro che deve aderire bene al bordo del recipiente.
Infilate sotto gli ultimi strati di pasta una cannuccia da bibita e soffiatevi dentro in modo da far gonfi are le sfoglie.
Spennellate d’olio e burro la superficie, cuocete in forno caldo a 200° per circa 1 ora.
Se la torta scurisse troppo, copritela con carta da forno.
Ritirate, lasciate riposare alcuni minuti, trasferite la torta sul piatto da portata e servite.
Curiosità: In origine le torte pasqualine erano così grandi che, per cuocerle, si portavano nei forni pubblici, perchè in quelli casalinghi era impossibile.
Così, perché ognuno potesse riconoscere la propria, sul bordo della torta s’incidevano le iniziali di famiglia oppure una sigla.
Questa superfamosa torta, punto di riferimento della gastronomia ligure, deve il suo nome al fatto che fosse quasi obbligatoria servirla a tavola nel giorno di Pasqua.
Tradizione vuole che, in origine, le sfoglie dovessero essere 33 come gli anni di Cristo.
Poi, nel tempo, diminuirono fino a sette e, addirittura, a tre, soluzione esagerata e molto criticabile.
Note nutrizionali
Questa ricchissima torta può essere servita invece del primo piatto.
Oppure come piatto unico accompagnata da una bella insalata.
(Liguria)