martedì 18 aprile 2017

Arrosto tenero

Un macellaio consiglia di mettere il trancio di carne che si desidera
arrostire di metterlo in marinata con gli aromi che si desidera x una notte, 12 ore circa.
Accendere il forno a 130° , mettere in forno coperto di stagnola x 60', poi alzare la temperatura del forno a 170°/180°, fino al termine della cottura.

Procedendo in questo modo la carne non avrà la crosta secca, perchè la temperatura alta blocca l'esterno,  in questo modo si cuoce in modo uniforme.

domenica 9 aprile 2017

Scala di Scoville (piccantezza dei peperoncini)

Da: Diavolopiccante

Andiamo alla scoperta dei 5 peperoncini più piccanti al mondo.

Il piccante ti piace veramente? Sei sicuro di aver provato tutti i tipi di peperoncino e soprattutto i più piccanti? Pensi di poterli mangiare senza iniziare a bere litri di latte? 
Qui di seguito la classifica dei peperoncini più piccanti al mondo, solo per veri veterani amanti della capsaicina allo stato estremo, con relative descrizioni e consigli. La sigla SHU indica il livello di piccantezza sulla scala di scoville, realizzata dall'immaginazione del chimico statunitense Wilbur Lincoln Scoville.

INDICE
  1. Carolina Reaper
  2. Trinidad Moruga Scorpion
  3. Nava Viper
  4. Bhuth Jolokia
  5. Seven Pod
  1. Carolina Reaper (HP22B) : 1,569,300 SHU. Nel 2013 è stato dichiarato il peperoncino più piccante al mondo. Al momento (11/2014) detiene il record ufficiale di contenuto in capsaicina. E' originario del Sud Carolina a Rock Hill, ottenuto con l'incrocio tra un Naga Morich Pakistano e un Habanero Rosso. Il frutto maturo è rosso intenso, ha un sapore fruttato e dolce con sfumature di cioccolato e cannella ed è stato testato per più di 4 anni presso il laboratorio della Winthrop University ottenendo una media di1,569,300 SHU sulla scala Scoville per ogni singolo frutto.
  2. Trinidad Scorpion Butch T: 1.463.700 SHU. Il peperoncino è nativo dell'America Centrale ed è stato sviluppato in Australia, è  talmente piccante da dover essere maneggiato con le adeguate protezioni. Il frutto a piena maturazione è rosso, grande come una palla da golf, dal sapore fruttato.Nel 2012 è stato classificato come il più piccante al mondo, per poi perdere il posto a favore del Carolina Reaper.Viene usato prevalentemente come base per salse piccanti.
  3. Naga Viper: 1.382.118 SHU. E' il detentore del Guinness World Record fino al 2011 per poi prendere posto a favore del Trinidad Scorpion Butch.E' stato creato in una serra dall'agricoltore Gerald Fowler della Chilli Pepper Company in Inghilterra, incrociando il Naga Jolokia con altre due varietà di peperoncino, il Naga Morich e il Trinidad Scorpion. La varietà non è stabile per tanto non può generare altri frutti, si sta ancora attualmente lavorando per stabilizzare la varietà.
  4. Bhut Jolokiada 855.000 a 1.041.427 SHU. E' un ibrido tra Capsicum chinense e Capsicum frutescens detentore del Guinness World Records nel 2007 fino al 2011 per poi perdere il posto a favore del Naga Viper.
    I frutti a completa maturazione raggiungono i 5/7 cm di grandezza, sono di colore rosso intenso e lasciano in bocca un gusto quasi dolce, molto fruttato.
    Questa varietà è originaria e contivata in India conosciuta anche come "Ghost Pepper". Anche se sta al 4 posto non significa che non è abbastanza potente, bisogna stare molto attenti in quanto il valore di capsaicina è molto elevato!
  1. Seven Pod Douglahda 800.000 a 1.030.000 SHU. E' un peperoncino della specie Capsicum Chinense e proviene dalla zona di Chaguanas di Trinidad & Tobago ed è molto rara. I frutti a maturazione completa sono come una pallina da ping pong, di colore rosso intenso, con retrogusto intenso quasi fruttato.
    7 POD significa "7 FRUTTI", per via della sua incredibile piccantezza si dice che servono 7 frutti di altre varietà si peperoncino comune per raggiungerlo, molto molto piccante.
La cucina calabrese viene considerata dagli Italiani molto piccante, un peperoncino calabrese raggiunge i 20.000 sulla scala Scoville. I peperoncini elencati in questa guida raggiungono oltre 1.000.000 sulla scala Scoville, ora immaginate il livello di piccantezza di questi peperoncini.
 
ATTENZIONE
Quando maneggiate tutti i peperoncini ricordatevi di sciaquare sempre le mani, utilizzate guanti in nitrile (più spessi e resistenti dei comuni guanti in lattice) evitate il contatto con gli occhi e tutte le zone sensibili.

venerdì 7 aprile 2017

Confettura di tarassaco, Miele o marmellata di tarassaco

Ingredienti:


  • g. 500  di fiori di tarassaco
  • kg. 1,250  di zucchero  di canna integrale
  • 10 chiodi di garofano
  • 3 anice stellato frutti interi
  • 3 limoni non trattati 
  • litri 2,5 di acqua

Raccogliete i fiori di tarassaco quando sono fioriti, fateli asciugare su di un canovaccio da cucina per 48 ore senza sovrapporli, quindi metteteli a bollire in 2 litri d'acqua con i chiodi di garofano, i frutti di anice stellato e le scorze dei limoni per circa 20 minuti.
Trascorso questo tempo filtrate il tutto, spremendo bene, e rimettete a bollire il filtrato aggiungendo lo zucchero e il succo dei limoni.
Facendo bollire per un tempo variabile dai 20 ai 30 minuti, la consistenza che dovrà risultare gelatinosa  aumenta secondo i tempi di bollitura., che comunque non dovrebbero superare i 35 minuti.
La consistenza di questa marmellata e simile al miele.
A cottura ultimata mettete subito la gelatina in vasetti di vetro e chiudete quando la marmellata è ancora calda.
dal Web

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Della marmellata di fiori di tarassaco avevo sentito parlare, ma ho sempre avuto dei dubbi… oggi, invece, mi sono lasciata convincere da una amica che la prepara abitualmente e approfittando dell’abbondante fioritura che c’è in questo periodo e della sua “cotta”   ne ho preparato alcuni vasetti anch’io e… altro che buona: buonissima!!! 🙂 Ingredienti: 1 kg. di fiori di tarassaco, 500 gr. di zucchero, 2 limoni, 5 chiodi di garofano, acqua, 1 bicchierino di grappa.
dal Web
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Miele o marmellata di tarassaco: 1) ricetta: 
400 fiori di tarassaco, 2 litri d'acqua, 10-12 chiodi di garofano, 2 limoni tagliati a pezzi,1 kg di zucchero. Raccolti i fiori di tarassaco col bel tempo, si lasciano asciugare distesi in un luogo ombroso per 48 ore senza che si tocchino o si sovrappongano, quindi si fanno bollire nell'acqua con i chiodi di garofano e i limoni spezzettati per 20 minuti. Trascorso questo periodo si filtra spremendo bene le droghe e si rimette a bollire il filtrato aggiungendo lo zucchero. Bollendo per meno di 20 minuti otterremo uno sciroppo, aumentando il periodo di ebollizione si ricaverà una marmellata sempre più densa tanto più sarà il periodo di bollitura. 

2) ricetta: 
300 g. di fiori di tarassaco (solo i petali) 2,5 litri di acqua, 2 limoni, 2kg di zucchero 
Raccogliere circa 300 g di fiori di tarassaco, farli cuocere per circa mezzora a fuoco lento in una pentola con i 2,5 litri di acqua e due limoni tagliati a pezzetti. 
Lasciare raffreddare e filtrare e spremere il fondo con un spremi patate per recuperare tutto il succo. Rimettere nella pentola il filtrato e aggiungere i 2 kg. di zucchero, far bollire (sempre a fuoco lento) fino a consistenza desiderata. 

Ricetta tramandata dalla nonna Teresa Rossi a Ongaro Claudia


Come vedete anche con questo ingrediente le ricette si differenziano tra di loro, probabilmente nel passa parola alcuni particolari vanno persi ed altri vengono aggiunti. Nelle mie ricerche ho trovato vari modi di preparare questa sorta di miele. 

E queste sono le mie conclusioni (3 ricetta): 
Con queste ricette si ricava il miele di tarassaco, perché sia per la sua origine, i fiori, sia per la sua viscosità e consistenza non ha niente da invidiare al un normale miele di fiori. Nella tradizione, si usava: in una bella giornata di sole andare a raccogliere 365 fiori di tarassaco , trecentosessantacinDopo questa operazione rimarrà circa 200g di petali gialli. Metteteli in una pentola e aggiungete 2 litri di acqua, il succo di due limoni e solo la parte gialla della buccia (consiglio di togliere prima solo la parte gialla della scorza e poi spremerne il succo). Fate bollire a fuoco lento per circa 20 minuti, passato questo tempo lasciate l’infuso a riposare e raffreddare. Filtrate il tutto con un passino e alla fine prendete la poltiglia di petali che rimane sul fondo della pentola con le mani e strizzatela bene, in modo da recuperare il più possibile il succo dei fiori. Rimettete il filtrato nella pentola, aggiungete 1 kg di zucchero e fate bollire a fuoco lento mescolando di tanto in tanto (ogni 5 minuti), finché diverrà denso come il miele. Come punto di riferimento vi posso dare due consigli: 
- La consistenza è giusta quando vi rimarrà nella pentola: circa 750-800 ml si succo. 
- Oppure, è della consistenza giusta quando a un certo punto, vi accorgerete che pur mescolando il vostro miele non farà più quella schiuma che tendeva a fuoriuscire dalla pentola (motivo per cui sceglietene una che contenga almeno il doppio del filtrato).que, proprio come i giorni dell’anno!. Mentre li raccogliete vi verrà in mente per forza la pazienza dell’ape che passa di fiore in fiore per raccogliere il nettare che diventerà miele. Mentre siete nel campo i fiori vanno raccolti con le mani e senza il gambo, posateli con cura nel vostro cesto. Portati a casa, distendeteli senza sovrapporli su un lenzuolo e lasciateli asciugare per due giorni e mi raccomando non al sole ma all’ombra, perchè devono solo asciugare e non seccare.lasciando asciugare il trassaco (taraxacum officinale) per circa due giorni in un ambiente asciutto e non esposto al sole, sarà più facile separare la corolla ligulata dal ricettacolo. Inoltre in questo modo vi assicurerete di aspostare tutto il nettare contenuto nei fiori.)
Passato questo tempo li passate ad uno ad uno e togliete la parte verde (ricettacolo) del fiore, operazione che sarà facilitata dal fatto che li avete fatti asciugare. 
Da: Flag of the planet Earth

domenica 2 aprile 2017

Gnezi Romagnoli (giogietti/pasta e fagioli)

Era la minestra tipica delle famiglie piu' povere dell'antica
Romagna, perchè la sua preparazione richiedeva una spesa
minima. Si presentano un po' pasticciati, per questo venivano
chiamati con nome di "giogetti", perchè a quel tempo, circa il
1800, gli uomini avevano tutti i baffi e nel mangiarli, si "ingiogiavano".
Si prepara il soffritto con pancetta o lardo, cotica di maiale, cipolla,
sedano, carote, fai rosolare al punto giusto poi aggiungi sugo
di pomodoro, sale e pepe, porti a cottura e pochi minuti prima
di terminare, aggiungi una parte di fagioli lessati interi ed una
parte passati.
Prepari una sfoglia con farina bianca e farina gialla, in parti uguali
impastate con acqua ben calda. La tiri un po' grossa, circa 4/5 mm.
e la tagli quindi a quadretti di circa 1 cm. infarinandoli bene.
Prepari l'acqua salata, al momento del bollore li butti, ed a circa
meta' cottura togli una parte di acqua e tutta la pasta che aggiungerai
al soffritto fatto in precedenza, e qui terminerai la cottura.
Servi ben caldi con abbondante spolverata di parmigiano.
Dal Web