Testo di Stefano Buso – comunicatore e divulgatore freelance, studioso della cucina ed enogastronomia storica, ambasciatore AIGS (Accademia Italiana della Gastronomia Storica), da diversi anni collabora con la rivista Taccuini Storici.
È autore di libelli, racconti e testi a tema storico-enogastronomico.
È autore di libelli, racconti e testi a tema storico-enogastronomico.
Pasto frugale, immune da arzigogolati orpelli o altisonanti ingredienti, ma allo stesso tempo gustoso e nutriente. Da evidenziare che già al tempo dei primi pellegrinaggi religiosi verso Roma, la Chiesa “spingeva” l’ospitalità nei confronti dei Romei. E così, nobili e ricchi borghesi elargivano ad abbazie e conventi vino, pane e svariate vettovaglie. In tal modo si mettevano in buona luce con il clero, confidando così, una volta giunti a miglior vita, di meritarsi l’agognato “posto” in Paradiso.
Ingredienti:
Acqua, borragine, aglio, cipolla, lauro, tocchi lardo oppure cotenna di maiale, ossa dello stesso per deliziar il tutto, agresto, vin rosso, sale.
Preparazione
Monderai la borragine sì da eliminare sporcizie e impurità; tuttavia eviterai di lasciarla “a mollo” per troppo tempo: trattasi di erba zeppa di vitamine e un lavaggio prolungato la storpierebbe sottraendone le giovevoli proprietà.
Piglierai una pignatta di terracotta capace; successivamente la colmerai d’acqua e farai bollire la borragine, le cipolle intiere, qualche spicchio d’aglio, le foglie di lauro,
le ossa e i tocchi di buon lardo.
Piglierai una pignatta di terracotta capace; successivamente la colmerai d’acqua e farai bollire la borragine, le cipolle intiere, qualche spicchio d’aglio, le foglie di lauro,
le ossa e i tocchi di buon lardo.
Il fuoco non dovrà esser eccessivo bensì bonario.
“La brodaglia” bollirà per tre ore circa, adagio-adagio.
Avrai cura di rimestar il tutto senza mai perdere la pazienza ed evitando di alzar la fiamma.
Toglierai la marmitta dal fuoco, quindi, con l’ausilio di un valido coltello, farai a pezzi carne, verdure e odori bolliti.
Filtrerai il liquame ottenuto dai rimasugli e residui di cottura; poi lo introdurrai di nuovo nella stessa pentola con il composto, del vino rosso di ottimo corpo e pochissimo,
davvero poco, agresto.
Esso elargirà un quid di amicante agro, che stuzzicherà il palato e ben si mariterà al gusto “grasso” della zuppa.
“La brodaglia” bollirà per tre ore circa, adagio-adagio.
Avrai cura di rimestar il tutto senza mai perdere la pazienza ed evitando di alzar la fiamma.
Toglierai la marmitta dal fuoco, quindi, con l’ausilio di un valido coltello, farai a pezzi carne, verdure e odori bolliti.
Filtrerai il liquame ottenuto dai rimasugli e residui di cottura; poi lo introdurrai di nuovo nella stessa pentola con il composto, del vino rosso di ottimo corpo e pochissimo,
davvero poco, agresto.
Esso elargirà un quid di amicante agro, che stuzzicherà il palato e ben si mariterà al gusto “grasso” della zuppa.
Indi farai addensare la zuppa a fuoco medio per un’ora circa.
Dopo averla accomodata di sale, la servirai bollente in scodelle (o piatti fondi) assieme a magnanime fette di pane prima abbrustolito.
Per chi ama il sapore sferzante, senza compromessi di sorta, può, senza patemi o ansie, strofinare il pane con dell’aglio – a guisa della celebre bruschetta.
Dopo averla accomodata di sale, la servirai bollente in scodelle (o piatti fondi) assieme a magnanime fette di pane prima abbrustolito.
Per chi ama il sapore sferzante, senza compromessi di sorta, può, senza patemi o ansie, strofinare il pane con dell’aglio – a guisa della celebre bruschetta.
Post scriptum: la ricetta è riconducibile alla narrazione presente in questa rivista
Il ristoro dei pellegrini lungo la Via Francigena –, ove si menziona la claustrale minestra offerta ai Romei presso la fantomatica abbazia benedettina compresa nell’episodio.
Da: Taccuini Storici