Scorpacciata di lenticchie, zampone e cotechino, mutandine e reggiseni tassativamente color rosso, baci e auguri sotto il vischio: con la mezzanotte del 31 dicembre scatta il nuovo anno ma anche l’ora delle tradizioni.
Antiche usanze tutte legate ad un augurio di ‘abbondanza’ per l’anno nuovo e alle quali sembra proprio che gli italiani, per abitudine o scaramanzia, non vogliano rinunciare.
Basti pensare che ogni anno vengono spesi milioni di euro per comprare abbigliamento intimo nuovo, soprattutto rosso, da indossare l’ultima notte dell’anno, cosi’ per il cenone si sfiora quasi il miliardo di euro in lenticchie, cotechino, zampone, tacchino, frutta secca.
Secondo gli esperti di tradizioni, mitologia, simbolismo e folklore, le tradizioni legate al Capodanno in Europa sono radicate e sopravvissute più a lungo di molte altre perché affondano le loro radici in epoca arcaica.
E la notte del 31 dicembre, insieme al solstizio d’estate, e’ la fase più importante del ciclo dell’anno.
Nel periodo più buio si attende, infatti, che il sole risorga e ricominci il suo ciclo vitale e si mangia di più come auspicio di abbondanza, perché si attende che il calore del sole porti frutti nuovi.
Proprio l’augurio che l’anno nuovo porti ‘abbondanza’ e’ il tema dominante di tutte le tradizioni legate al Capodanno e soprattutto della credenza secondo cui mangiare lenticchie ‘porta soldi nell’anno futuro’.
Le lenticchie, infatti, non sono altro che una particolarizzazione dell’auspicio di abbondanza.
Inoltre, per la loro forma ricordano piccole monete e forse per questo e’ stato accostato tale tipo di legume al concetto di denaro.
Pentoloni di lenticchie a mezzanotte, quindi, si cucinano da Nord a Sud nello stivale e sono chiamati ad un assaggino tutti quanti, anche chi non ne va matto.
Su ogni tavola imbandita degna di rispetto, le lenticchie si accompagnano a zampone e cotechino.
La parte del leone la fa dunque la carne di maiale e anche dietro a questa scelta si nasconde una simbologia lontana.
Anticamente, infatti, si pensava che la carne di maiale donasse immortalità ed abbondanza.
Ad esempio i celti usavano mangiare maiale durante la loro notte sacra, ovvero il 1° novembre, che per noi col tempo e’ diventato la festa di ‘Halloween’ e che e’ assimilabile al nostro capodanno; mangiare quella carne rappresentava per loro la continuita’ nell’aldila’.
Ma la tradizione non detta legge solo a tavola.
Anche il look si conforma all’usanza, in base a cui l’ultimo dell’anno va di scena ‘l’intimo rosso e va indossato anche qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio e qualcosa di regalato’.
Questa usanza e l’uso del colore rosso che contraddistingue tutte le feste fin dal Natale – secondo gli esperti di tradizioni – ha un valore simbolico, legato al fuoco.
Infatti, in molti paesi europei si usa lasciare acceso nel camino un legno acceso oppure addobbare l’albero di Natale con piccole candeline.
Il fuoco e il rosso sono legati al ciclo del Sole, che con il 31 dicembre ricomincia la sua ascesa e da’ nuovo calore.
Quindi indossare qualcosa di rosso e’ un augurio, rappresentativo di un nuovo inizio, mentre indossare qualcosa di vecchio vuole indicare una continuità con il passato, cioè portarsi nel nuovo anno quanto e’ stato positivo in quello trascorso.
Indossare qualcosa di regalato e di nuovo sono invece un auspicio di
abbondanza per il futuro.
Che ci si creda o no, gli italiani non sembrano voler rinunciare al tentativo di aggiudicarsi in questo modo un po’ di fortuna.
Ogni anno, infatti, si stima vengano venduti circa 3 milioni di reggiseni rossi,
giarrettiere e guepiere.
E neanche gli uomini rinunciano al rosso, con slip e boxer ‘a colore’.
Dopo aver pensato al cibo e vestiario, se davvero si vuole rispettare la tradizione ‘in toto’, e’ necessario munirsi di un mazzo di vischio, appenderlo alla porta e allo scattare della mezzanotte baciarsi proprio sotto la pianta: un gesto che porta fortuna e scaccia gli spiriti maligni dalla propria casa.
Una tradizione, questa, che ha origine dai Celti, che consideravano il vischio una pianta sacra in assoluto.
La casta sacerdotale celtica, i Druidi, durante le nozze di plenilunio salivano sui tronchi di quercia per recidere il vischio, perché lo credevano in grado di portare immortalità.
Peraltro anche nelle popolazioni germaniche il vischio aveva un’importanza notevole ed era considerata pianta magica.
La componente di sacralità e’ forte in tutte le tradizioni di fine anno.
D’altra parte, il periodo che separa Natale dall’Epifania era considerato anticamente proprio un piccolo anno sacro.
Si tratta infatti di tredici giorni, che rappresentano ognuno un mese dell’anno,
più un giorno che indica il completamento dell’intero ciclo.
Dal: Web
Antiche usanze tutte legate ad un augurio di ‘abbondanza’ per l’anno nuovo e alle quali sembra proprio che gli italiani, per abitudine o scaramanzia, non vogliano rinunciare.
Basti pensare che ogni anno vengono spesi milioni di euro per comprare abbigliamento intimo nuovo, soprattutto rosso, da indossare l’ultima notte dell’anno, cosi’ per il cenone si sfiora quasi il miliardo di euro in lenticchie, cotechino, zampone, tacchino, frutta secca.
Secondo gli esperti di tradizioni, mitologia, simbolismo e folklore, le tradizioni legate al Capodanno in Europa sono radicate e sopravvissute più a lungo di molte altre perché affondano le loro radici in epoca arcaica.
E la notte del 31 dicembre, insieme al solstizio d’estate, e’ la fase più importante del ciclo dell’anno.
Nel periodo più buio si attende, infatti, che il sole risorga e ricominci il suo ciclo vitale e si mangia di più come auspicio di abbondanza, perché si attende che il calore del sole porti frutti nuovi.
Proprio l’augurio che l’anno nuovo porti ‘abbondanza’ e’ il tema dominante di tutte le tradizioni legate al Capodanno e soprattutto della credenza secondo cui mangiare lenticchie ‘porta soldi nell’anno futuro’.
Le lenticchie, infatti, non sono altro che una particolarizzazione dell’auspicio di abbondanza.
Inoltre, per la loro forma ricordano piccole monete e forse per questo e’ stato accostato tale tipo di legume al concetto di denaro.
Pentoloni di lenticchie a mezzanotte, quindi, si cucinano da Nord a Sud nello stivale e sono chiamati ad un assaggino tutti quanti, anche chi non ne va matto.
Su ogni tavola imbandita degna di rispetto, le lenticchie si accompagnano a zampone e cotechino.
La parte del leone la fa dunque la carne di maiale e anche dietro a questa scelta si nasconde una simbologia lontana.
Anticamente, infatti, si pensava che la carne di maiale donasse immortalità ed abbondanza.
Ad esempio i celti usavano mangiare maiale durante la loro notte sacra, ovvero il 1° novembre, che per noi col tempo e’ diventato la festa di ‘Halloween’ e che e’ assimilabile al nostro capodanno; mangiare quella carne rappresentava per loro la continuita’ nell’aldila’.
Ma la tradizione non detta legge solo a tavola.
Anche il look si conforma all’usanza, in base a cui l’ultimo dell’anno va di scena ‘l’intimo rosso e va indossato anche qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio e qualcosa di regalato’.
Questa usanza e l’uso del colore rosso che contraddistingue tutte le feste fin dal Natale – secondo gli esperti di tradizioni – ha un valore simbolico, legato al fuoco.
Infatti, in molti paesi europei si usa lasciare acceso nel camino un legno acceso oppure addobbare l’albero di Natale con piccole candeline.
Il fuoco e il rosso sono legati al ciclo del Sole, che con il 31 dicembre ricomincia la sua ascesa e da’ nuovo calore.
Quindi indossare qualcosa di rosso e’ un augurio, rappresentativo di un nuovo inizio, mentre indossare qualcosa di vecchio vuole indicare una continuità con il passato, cioè portarsi nel nuovo anno quanto e’ stato positivo in quello trascorso.
Indossare qualcosa di regalato e di nuovo sono invece un auspicio di
abbondanza per il futuro.
Che ci si creda o no, gli italiani non sembrano voler rinunciare al tentativo di aggiudicarsi in questo modo un po’ di fortuna.
Ogni anno, infatti, si stima vengano venduti circa 3 milioni di reggiseni rossi,
giarrettiere e guepiere.
E neanche gli uomini rinunciano al rosso, con slip e boxer ‘a colore’.
Dopo aver pensato al cibo e vestiario, se davvero si vuole rispettare la tradizione ‘in toto’, e’ necessario munirsi di un mazzo di vischio, appenderlo alla porta e allo scattare della mezzanotte baciarsi proprio sotto la pianta: un gesto che porta fortuna e scaccia gli spiriti maligni dalla propria casa.
Una tradizione, questa, che ha origine dai Celti, che consideravano il vischio una pianta sacra in assoluto.
La casta sacerdotale celtica, i Druidi, durante le nozze di plenilunio salivano sui tronchi di quercia per recidere il vischio, perché lo credevano in grado di portare immortalità.
Peraltro anche nelle popolazioni germaniche il vischio aveva un’importanza notevole ed era considerata pianta magica.
La componente di sacralità e’ forte in tutte le tradizioni di fine anno.
D’altra parte, il periodo che separa Natale dall’Epifania era considerato anticamente proprio un piccolo anno sacro.
Si tratta infatti di tredici giorni, che rappresentano ognuno un mese dell’anno,
più un giorno che indica il completamento dell’intero ciclo.
Dal: Web