
Si tratta di rimedi naturali che nascono nell’ambito dell’omeopatia, queste soluzioni infatti sono spesso utilizzate come base per la preparazione di altri prodotti omeopatici ed è proprio per questo che vengono chiamate appunto tinture “madri”.
Si possono realizzare a partire da una pianta secca o fresca, generalmente si utilizzano le erbe fresche dato che i principi attivi presenti sono più elevati.
La pianta va raccolta nel suo periodo balsamico (variabile da specie a specie), ovvero nel momento in cui quella determinata pianta medicinale contiene più principi attivi.
Una volta raccolta la droga (termine tecnico per indicare la pianta o erba utilizzata) con cui si vuole realizzare la tintura, va sminuzzata per bene e fatta macerare in un barattolo di vetro scuro a chiusura ermetica in una soluzione idroalcolica, ovvero composta di alcool e acqua distillata o minerale.
La soluzione può variare dai 45 ai 65 gradi alcolici a seconda della pianta, ciò è dovuto al fatto che i principi attivi hanno diversa idrosolubilità e dunque si estraggono a diversi gradi.
Le erbe più note ed utilizzate (tra cui arnica, calendula, lavanda, echinacea) generalmente richiedono un grado alcolico pari a 55-60°. Ecco una tabella utile a realizzare le diverse soluzioni idroalcoliche:
Anche il periodo di macerazione varia dai 21 ai 40 giorni durante i quali bisogna aver cura di tenere il barattolo lontano da fonti di calore e di agitarlo quotidianamente.
Una volta conclusa la fase di macerazione, la soluzione va filtrata con una garza facendo attenzione a spremere per bene le erbe macerate in modo che fuoriescano tutti i loro principi attivi.
Dopo averla fatta riposare per altre 48 ore, la tintura può essere utilizzata e si conserva dai 2 ai 5 anni.
Il rapporto tra erba e alcool deve essere di 1:10 (anche se esistono tinture madri 1:5), dunque vi è una proporzione di 1 quantità di droga per 9 di solvente, ad esempio 1 kg di lavanda va fatta macerare in 9 litri di soluzione idroalcolica. Il calcolo del peso della pianta però, va fatto sull’erba secca. Ovvero se appunto sto usando la lavanda devo considerare il suo peso da secca e non da fresca. Come fare? Basta prendere 100 grammi di pianta fresca metterla ad essiccare e poi pesarla, a questo punto si può fare la giusta proporzione tra droga e soluzione idroalcolica.
Se avete dubbi o volete trovare delle tabelle già pronte, potete acquistare uno dei tanti libri dedicati alle preparazioni galeniche che vi aiuteranno a realizzare al meglio tinture madri ma anche oli e oleoliti vari.
Lo svantaggio delle tinture madri è che non sono titolate né standardizzate, ovvero non è possibile sapere esattamente quanti principi attivi vi sono contenuti all’interno, tendenzialmente però non sono molti.
Ciò non significa che non agiscano e che le tinture di erbe possano essere prese con leggerezza: come gli altri rimedi naturali sono infatti sconsigliati a donne in gravidanza o allattamento, a chi soffre di gravi patologie epatiche o a chi assume determinati farmaci (dato che alcune erbe possono vanificarne l'effetto o peggio interferire aggravando eventuali sintomi).
Sono inoltre da utilizzare con cautela anche sui bambini.
Da: GreenMe.it Scritto da: Francesca Biagioli